Protezione Civile: un sistema “gelatinoso” intorno a Balducci. Funzionari pubblici, imprenditori, magistrati

Angelo Balducci

“Quello che ci perdi qui, lo recuperi alla Maddalena”: al telefono stavano parlando l’ex vice di Bertolaso Angelo Balducci e l’architetto Casamonti, entrambi arrestati. Lo scandalo giudiziario che ha sconvolto la Protezione Civile rivela, anche stavolta  attraverso  intercettazioni telefoniche emblematiche, un perverso intreccio di favori e corruzione che tira in mezzo funzionari dello stato, imprenditori e magistrati. Un sistema già definito “gelatinoso” dal giudice Rosario Lupo di Firenze, da dove è partita l’inchiesta.

Al centro delle accuse figura Angelo Balducci, alle cui costole la magistratura è attaccata da due anni. Balducci, ex Provveditore ai Lavori Pubblici del Lazio, fu elevato dall’ex vice-premier Rutelli a incarichi di alto prestigio presso la Presidenza del Consiglio e come Commissario straordinario in diverse Grandi Opere. Nel giugno 2008 fu però bruscamente sostituito alla Maddalena, si dice proprio per l’ingiustificata lievitazione dei preventivi di spesa, così come fu avvicendato nel ruolo di Commissario straordinario dei Mondiali di Nuoto a Roma.

Balducci sarebbe al centro “di una complessa e intrecciata galassia di società ben articolata”. In partcolare l’inchiesta ha scoperchiato il sodalizio criminoso con l’imprenditore Diego Anemone, 38 anni, già aggiudicatario dell’appalto per la conversione dell’ex arsenale della Maddalena e titolare di vari interessi ai Mondiali di Nuoto. Il gip Lupo dichiara di aver accertato “il totale e e incondizionato asservimento della pubblica funzione” agli interessi dell’imprenditore Anemone.

Con Balducci sono finiti in carcere, il suo successore in qualità di soggetto attuatore alla Maddalena  Fabio De Santis, provveditore alle Opere Pubbliche in Toscana, Mauro Della Giavampaola, soggetto attuatore del progetto dei Nuovi Uffizi a Firenze, e Anemone appunto. Gli uffici fiorentini dell’architetto Marco Casamonti sono di nuovo sotto sequestro. Proprio da una vecchia inchiesta sull’architetto e dalle relative intercettazioni telefoniche si è sviluppata l’indagine sulla Protezione Civile.

Inquietante, se dimostrato, il coinvolgimento del magistrato Achille Toro, supervisore alle indagini che i colleghi romani conducevano sulle opere della Protezione Civile: in diversi incontri avrebbe diffidato Balducci e Anemone dall’usare il telefono e anzi avrebbe consigliato di usare Skype per non essere intecettati.

“Ovviamente tale asservimento veniva retribuito con vari benefit di carattere economico e non, anche di grande rilevanza patrimoniale”: il sistema, raccontato dagli inquirenti, prevedeva, da una parte l’affidamento di appalti per centinaia di milioni “brevi manu” con procedure di grande urgenza, dall’altra regalie di mobili, cellulari, ristrutturazioni gratuite di appartamenti, soggiorni in hotel di lusso.

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