La quadriglia delle Province: salve Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Crotone

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 19:09 OLTRE 6 MESI FA

Province sì, province no. Il dilemma, a quanto pare, è ancora lontano dalla sua soluzione. Il ballo delle province non è ancora finito e la musica è sempre la stessa. Solo martedì, infatti, era giunta la notizia che nella lista della possibili abrogabili sarebbero state incluse 7 province (prima erano, 9, e prima ancora 12). Di queste, 4 sarebbero state ormai sull’orlo della cancellazione, anzi “sicuramente eliminate (Vercelli, Isernia, Fermo e Vibo Valentia) e 3 si mantenevano ancora in forse (Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Crotone). La decisione aveva provocato fin da subito la rivolta delle “nominate”, in particolare della piccola Fermo, che annunciava fin da subito manifestazioni, occupazione dell’autostrada A14 e veri e propri presidi a Roma, per far valere le proprie ragioni e la propria identità.

Poche ore fa, l’ultima decisione “definitiva” (si fa per dire): sono salve Biella, Verbano-Cusio-Ossola (entrambe in Piemonte) e la provincia di Crotone, in Calabria. Le prime due, hanno, infatti, una popolazione rispettivamente di 187.314 e  162.775 abitanti e un territorio montano che supera il 50 per cento. Requisito, questo, che gli garantirebbe la salvezza, secondo un criterio introdotto nel corso delle diverse modifiche al provvedimento.

Biella a sua volta ha il 63% di territorio montano, afferma il presidente della Provincia e parlamentare della Lega Nord, Roberto Simonetti, mentre Verbano, secondo dati dell’Unione delle Comunità Montane, ha il 90 per cento di territorio montano. Sarebbe salva anche Crotone, con i suoi 173.370 abitanti e il 66,71 per cento del territorio montano.

Ricapitolando, in base alla Carta delle autonomie di nuovo all’esame della Commissione della Camera per l’approvazione del testo emendato, sono dunque quattro le province che spariranno: le “malcapitate” sono Vercelli (180.111 abitanti) in Piemonte, Isernia (88.895 abitanti) in Molise, Fermo (176.488 abitanti) nelle Marche, e Vibo Valentia (167.334 abitanti) in Calabria.

Almeno per il momento. La musica continua a suonare e le province in rivolta sono già in attesa del prossimo ballo.