Dieci Province “tagliate”, anzi no. “Me l’hanno detto Berlusconi e Letta”.

Pubblicato il 27 Maggio 2010 - 14:09| Aggiornato il 2 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Giuseppe Castiglione

Al mattino del “giorno dopo” della manovra sembra chiaro che dieci Province mancheranno all’appello: saranno “tagliate” tra quattro mesi. Lo scrivono i giornali, lo annunciano radio e tv che le hanno pure “battezzate” mini Province per spiegare perché se ne farà a meno: sono piccole, servono a poco. Giornali e tv hanno letto le 150 pagine del testo della manovra Tremonti, hanno parlato con i ministri, non hanno dubbi e dubbi non ce ne possono essere: dieci Province “tagliate” è la versione ufficiale. Il testo ufficiale, anch’esso ufficiale, del provvedimento stabilisce che entro 4 mesi saranno soppresse le mini-province con meno di 220 mila abitanti e saranno delineate le aree delle nuove circoscrizioni. Ma è da poco passato mezzogiorno del “day after” che arriva un signore che “se ne intende”. E’ il presidente dell’Unione Province italiane e dice: ” Non c’è alcuna norma prevista dalla manovra che riguardi l’abolizione delle Province”. Dice di più, dice di aver parlato al telefono con Berlusconi e Gianni Letta e che i due gli hanno garantito la resurrezione delle dieci Province appena “tagliate”.

Il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, ci fa sopra una conferenza stampa, subito dopo l’Ufficio di presidenza dell’associazione. E comunica quindi che tutto quanto è stato comunicato finora è, come si dice, “privo di senso”. Parola della “regia”, cioè di Berlusconi e Letta.

Ha avuto uno “scoop” Castiglione, è lui l’unico che conosce la verità vera? Oppure ci “prova”, scommettendo che alla fine del “taglio” non se ne farà nulla? Ha capito male quel che gli hanno detto Berlusconi e Letta? Ha interpretato buone parole per esenzione totale? Ci “marcia”, bluffa? Il testo del decreto all’articolo 5 stabilisce che «sono soppresse le province la cui popolazione residente risulti, sulla base delle rilevazioni dell’Istat al 1 gennaio 2009, inferiore a 220 mila abitanti». Rimangono escluse le province nelle regioni a statuto speciale.

Spunta anche l’elenco: nel Piemonte ci sono Biella e Vercelli; in Toscana, Massa Carrara; nelle Marche, Ascoli Piceno e Fermo; nel Lazio, Rieti; nel Molise, Isernia; nella Basilicata, Matera; in Calabria, Crotone e Vibo Valentia. Le norme danno inoltre facoltà ai comuni, entro 60 giorni, di scegliere la nuova provincia tra quelle non soppresse della propria Regione. Nero su bianco, ma Castiglione giura di sapere che è “inchiostro simpatico”, quello che sparisce.