Punire chi nega la Shoah, una legge presto alle Camere: la solidarietà di Fini e Schifani

Pubblicato il 15 Ottobre 2010 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

Dalla comunità ebraica romana al Parlamento: l’appello è a una legge contro i negazionisti. Approvare una legge contro chi nega la Shoah, questo è l’obiettivo. Se l’iniziativa è stata lanciata dal presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifi, è poi stata accolta da Gianfranco Fini e Renato Schifani, presidenti della Camera e del Senato.

Dopo la lezione contro la Shoah del professor Claudio Moffa a Teramo, la scoperta di una galassia di siti negazionisti e alla vigilia della deportazione degli ebrei di Roma da parte dei nazifascisti, avvenuta nel 1943, il tema ritorna alla ribalta.

Fini in una lettera a Pacifici si è impegnato per portare avanti “al più presto ogni iniziativa legislativa volta a contrastare gli irresponsabili profeti del negazionismo”. Schifani ha assicurato una discussione in Senato sul tema prossimamentea.

Solidarietà anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha scritto poi al presidente della comunità ebraica romana:  “Le posso assicurareche il governo non lascerà nulla di intentato perché prevalgano sempre la verità e la storia, unite a un sentimento di profonda pietà per i nostri concittadini scomparsi, così da costruire un futuro di pace e di amore per tutta l’umanità e per la città di Roma”. “Con il passare degli anni e l’avvicendarsi delle generazioni aumenta la responsabilità di chi ha avuto la dolorosa opportunità di conoscere, direttamente o attraverso testimonianze, quanto accaduto in quei giorni”.

“Ciascuno di noi, tanto più se rappresenta le istituzioni sente pressante l’obbligo di denunciare” quelle atrocità. Poi rivolgendosi a Pacifici: “Vorremmo, signor presidente che la celebrazione di questa dolorosa ricorrenza rafforzasse l’impegno del nostro paese nel contrastare voci negazioniste persino nelle università, fortunatamente in modo isolato, ma presenti in misura più preoccupante nella rete web. Voci che contraddicono la storia”.