Quando i soldi alle imprese? Alfano pressa, Zanonato frena, Letta media

Renato Brunetta (foto LaPresse)
Renato Brunetta (foto LaPresse)

ROMA – C’è il premier Enrico Letta, il suo vice Angelino Alfano e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. E c’è soprattutto una quadra da trovare su lavoro, economia e riforme. Al via nella mattinata di giovedì 4 luglio il vertice di maggioranza. Al via, però, con la possibilità che esploda un conflitto per ora latente. Il casus belli è sempre quello: il Pdl insiste sulla sua ricetta, quella del meno tasse e del subito soldi alle imprese. Il ministro Flavio Zanonato frena e Letta prova a mediare con un “accelereremo in autunno”

La ricetta Pdl la  fa presente, su Twitter, proprio Alfano che spiega: “La posizione del Pdl è abbattere il debito pubblico per diminuire le tasse e pagare subito i debiti dello Stato alle imprese”. Ma con quali risorse? Perché il tweet di Alfano arriva nello stesso giorno in cui il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato manda segnali non esattamente rassicuranti sul fronte del pagamento dei debiti della Pa, un “mi piacerebbe tanto” ma forse non si può, con riferimento alla richiesta di pagare 40 milioni di debiti delle Pa entro la fine del 2013.

A lanciare la proposta/provocazione in una intervista al Sole 24 Ore è stato Renato Brunetta. Per l’ex ministro il nodo imprese si risolve in modo semplice e compatibile coi conti pubblici. Come? Scrive il Sole riassumendo il pensiero di Brunetta:

“La chiave è anticipare al secondo semestre 2013 tutto il plafond di pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese spalmato attualmente fino al 2014. Una manovra giudicata compatibile con i vincoli di bilancio”.

Per Brunetta “non ci sono ostacoli” all’idea di anticipare al 2013 tutto il pagamento dei debiti della Pa, anche la quota prevista per il 2014. Anzi.

L’effetto shock che potrebbe derivarne «è un maggior gettito per lo Stato di 8-9 miliardi tra Iva e imposte dirette e contributi sociali». Come si concretizzerebbero queste nuove entrate? Già solo per la quota prevista nel 2013 il Governo ha stimato che dal pagamento dei debiti il Pil possa aumentare, nel 2013, dello 0,2 per cento. Se si anticipano anche i pagamenti della tranche originariamente prevista per il 2014 (altri 20 miliardi) il Pil potrebbe aumentare nel 2013 di ulteriori 0,3 punti, per un totale dello 0,5 per cento. Un aumento che produrrebbe effetti positivi sul gettito dei principali tributi: 4 miliardi sull’Iva, attraverso il riavvio del ciclo di fatturazione, 4-5 miliardi su tributi diretti e contributi sociali, per effetto della ripresa produttiva e occupazionale. Un impatto totale di 8-9 miliardi di euro, al netto di quanto già contabilizzato nei tendenziali.

Zanonato, però, la vede in modo diverso:

“Non è cattiva volontà ma c’è un problema tecnico. Il governo ha rimosso l’ostacolo, ora tutte le varie fonti di spesa devono attivarsi per pagare. Stiamo monitorando”, la rassicurazione. Dopo la rimozione dell’Italia dal novero di Paesi coinvolti nella procedura europea per deficit eccessivo, con la relativa flessibilità di bilancio guadagnata, la priorità indicata da Zanonato per rilanciare la crescita è “abbattere il cuneo fiscale”.

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