Quattro mozioni, cioè maggioranza variabile. E il premier si scalda nella replica

Berlusconi e Fini oggi alla Camera

“La Camera, ascoltate le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, le approva”. Il testo è identico, niente di più, niente di meno. Ma è ripetuto quattro volte su quattro diverse “mozioni”. Ciascuna firmata rispettivamente dal capogruppo a Montecitorio del Pdl, della Lega, di Fli e dal Mpa di Lombardo. Perchè quattro, una non bastava visto che sono l’una la fotocopia dell’altra? No, non bastava una sola mozione, infatti quel che conta non sono le parole ma le firme. Quattro firme per quattro gruppi segnano il passaggio da una maggioranza di ferro ad una elastica e variabile. Maggioranza fatta da Pdl e Lega e dalla “terza gamba” rappresentata dai finiani. E c’è pure il “bastone” dei voti del Mpa. La differenza? La maggioranza di ferro, quella a due, si spezza ma non si piega. Quella a quattro si compone e scompone a seconda delle circostanze. Sembra forma ma è sostanza: significa che il governo che “rinasce” il 29 settembre, poco più di due anni dopo le elezoni del 2008, è un governo che deve fare i conti con quattro attori ed “azionisti”. D’ora in poi duqnue non basterà a Bossi e Berlusconi mettersi vicendevolmente d’accordo. Non è una differenza da poco, è la differenza tra un governo sicutro di arrivare alla fine della legislatura, al 2013, e un governo che deve sui temi controversi tra i quattro ritrovare e contrattare la maggioranza in Parlamento.

Circostanza che Berlusconi, nella funzione di presidente del Consiglio dei ministri, ha ufficialmente riconosciuto quando ha chiesto il voto di fiducia sulla base delle quattro risoluzioni quattro elencate dal premier numero per numero di protocollo. Circostanza che nel pomeriggio, in sede di replica, deve aver un po’ graffiato il suo umore serafico del discorso delle undici del mattino. Era stato premier-camomilla a mezzogiorno, è stato premier quasi indispettito alle cinque della sera. “Il ministro dello Sviluppo economico? Ho lavorato anche di Agosto e ho firmato 300 decisioni…La stampa italiana? Pregiudizi preconcetti…Il Pil che cresce meno degli altri paesi? Colpa di chi non ha fatto costruire autostrade e centrali nucleari, colpa di chi per 30 anni ha fatto debito pubblico, colpa di un’opposizione che privilegia l’interesse di fazione e viene meno al suo dovere di opposizione democratica…Il calciomercato dei deputati? E’ paradossale e inaccettabile che chi lascia il Pdl sia ben visto e chi fa il contrario sia messo all’indice. All’interno dell’Udc c’è stata una scissione, sono andati da un notaio e hanno fatto un nuovo partito di cui dopo hanno informato il Presidente del Consiglio e per questo non riceveranno nessun premio o sotto segretariati”.

Tremonti e Frattini ai lati di Berlusconi applaudivano, Berlusconi alzava la voce. Lo spettacolo “caldo” stava cominciando, tra poco sarebbe toccato a Di Pietro che chiamerà Berlusconi “Stupratore della democrazia…organizzatore di 64 società off-shore…illusionista…”. Berlusconi fremeva sulla sedia, guardava Fini che da presidente “richiamava all’ordine” di Pietro, gli chiedeva di “usare linguaggio consono all’assemblea”. Fini lo faceva notare allo stesso Berlusconi che chiedeva di più: “Ho già richiamato Di Pietro all’ordine due volte”. Bastava e avanzava perchè Berlusconi non ne potesse più e facesse mostra più volte di alzarsi e andarsene.

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