Quelli che Bersani no. Polemiche e veleni:”Bersani si defilò, in attesa di tempi migliori”

Pubblicato il 12 Ottobre 2009 - 23:53| Aggiornato il 13 Ottobre 2009 OLTRE 6 MESI FA
Piero Fassino

Piero Fassino

Si è aperta una settimana di veleni nel Pd. Ecco una piccola serie di dichiarazioni, indicativa anche se non esaustiva, degli stati d’animo molto tesi.

Emanuele Fiano, candidato alla segreteria regionale della Lombardia per la mozione Franceschini:  “Il discorso di Dario mi ha appassionato. Ho sentito il discorso di un leader che può far tornare verso il nostro partito anche coloro che in questi mesi se ne sono allontanati. Ed è proprio quello di cui abbiamo bisogno per battere la destra e tornare al governo del Paese. Quello delle primarie sarà un momento fondamentale per il Pd e le parole di Franceschini costituiscono una chiara inversione in una sfida che qualcuno aveva già voluto descrivere come scontata”.

Enzo Bianco, presidente dei Liberal Pd: “In un momento così delicato e difficile per la vita del Paese, l’intuizione del Partito Democratico si è dimostrata ancora una volta vincente. Una scelta giusta e vincente, espressa in modo diverso dai tre candidati: Ignazio Marino, tenace; Pier Luigi Bersani, competente e rassicurante; Dario Franceschini, tonico, trascinante, coraggioso. Oggi, ascoltando le mozioni dei tre candidati alla segreteria del partito, le differenze sono emerse con grande chiarezza. Si sono confrontati, chi crede in un Pd a forte vocazione maggioritaria e chi, al contrario, pensa ad un’alleanza forte con un partito di centro che deve ancora nascere, rischiando così di perdere una parte significativa del nostro elettorato. Per questo  la mia, la nostra scelta di appoggiare Dario Franceschini non può che uscirne confermata e rafforzata”.

Ettore Rosato, responsabile della campagna della mozione Franceschini: “Sono contrario allo stile che rischia di assumere il nostro congresso. Le battute di alcuni esponenti della mozione Bersani che liquidano l’intervento di Dario Franceschini, carico di contenuti e passione, come un comizio, hanno quasi un sapore berlusconiano. Si tratta di parole che si usano quando non si sa come rispondere. La realtà  è che il discorso di Dario ha raccolto applausi di tantissimi delegati che non lo hanno votato, ma che hanno apprezzato contenuti e stile. Oggi il nostro impegno unitario  deve essere quello di coinvolgere i nostri concittadini in vista delle primarie del 25 ottobre”.

Mario Adinolfi, responsabile della campagna su internet di Dario Franceschini: “Capisco la delusione di Massimo D’Alema, il suo masticare amaro e le conseguenti dichiarazioni con cui dopo la Convenzione del Pd ha provato a liquidare il discorso con cui Dario Franceschini ha infiammato una platea peraltro prevalentemente a lui avversa. D’Alema ormai  è sempre più distante dalla base del Partito democratico. [D’Alema], con ingiustificata violenza, ha misurato una fantomatica ‘incommensurabile distanza’ in termini di credibilità tra Bersani e Franceschini. L’incommensurabile distanza l’ha dovuta misurare lui rispetto al sentire e al credere di una platea di delegati democratici dove pure Franceschini giocava fuori casa, visto che Bersani aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi. Il segretario è stato applaudito in piedi e D’Alema era scurissimo in volto. Gli uomini grigi da oggi hanno un po’ di paura. Il 25 ottobre il popolo democratico sceglierà, con buona pace di D’Alema, chi ha lo spessore e la grinta per affrontare la sfida con Berlusconi già alle regionali di marzo. E se oggi avessimo fatto votare la platea, credo proprio che il responso dei circoli sarebbe già stato ribaltato”.

Tiziano Treu, senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro: “Della giornata di [domenica 11] mi ha colpito molto il fatto che il discorso di Dario Franceschini ha sollevato grande calore ed entusiasmo in un pubblico che pure non era pregiudizialmente a suo favore. Inoltre Franceschini ha parlato di un partito nuovo, coraggioso, aperto, espressioni che certo non si possono utilizzare nei confronti dell’intervento di Bersani. Mi ha poi convinto il riferimento al rapporto che deve intercorrere tra iscritti e votanti. Sono certo che questo passaggio sia stato apprezzato anche da coloro che nei circoli non avevano votato per lui. Questa è la strada maestra perché Dario possa essere confermato segretario del Pd il 25 ottobre nelle primarie aperte a tutti i cittadini”.

Piero Fassino, ultimo segretario dei Ds: “Era stata annunciata come la giornata di Pier Luigi Bersani, invece è stata la giornata di Dario Franceschini. Franceschini, parlando ad una convenzione cui hanno partecipato con entusiasmo, sacrificio e passione tantissimi uomini e donne, tra i quali molti giovani, ha dimostrato di essere un leader in grado di guidare un Pd voglioso di reagire al clima intimidatorio che Silvio Berlusconi vorrebbe imporre al Paese”. Ad avviso di Fassino, “Franceschini ha anche dimostrato alla Convenzione di essere il segretario che meglio esprime dove debba guardare il Pd, cioé alle istanze del Paese e della gente, per essere in grado di guidare il partito a contendere a Berlusconi la guida dell’Italia”.

Andrea Sarubbi, deputato del Pd: “Sulle agenzie di stampa va in onda la litania delle dichiarazioni di contorno: uno spettacolo poco edificante, soprattutto perché vede alcuni dei miei colleghi impegnati in attacchi frontali contro la mozione avversaria. Pier Luigi Bersani li chiamerebbe “picconatori della ditta”, ma la cosa che mi stupisce è che si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di suoi sostenitori. Dal discorso del più votato dagli iscritti  mi aspettavo che qualche nodo venisse sciolto, a cominciare dal ruolo dei cattolici nel Pd. Così non è stato, e neppure a livello di programma mi sembra aver notato grandi novità: se il Pd del futuro dovrà essere quel ‘partito della scuola e della sanita” vagheggiato oggi da Bersani, non riesco a vedere molte differenze con le forze storiche della sinistra novecentesca. Qualcosa di moderno l’ha detta invece Dario Franceschini, dalle proposte sulla green economy a quelle per un fisco a misura di famiglia: idee che vanno nella direzione giusta di un centrosinistra senza trattino. Ma c’é un altro motivo  per appoggiare Franceschini: la capacità dimostrata in questi mesi di salvare il Pd in culla ed il suo coraggio di prendersene cura quando nessuno era disposto a farlo. Neppure Bersani, che ritirò la sua candidatura in attesa di tempi migliori. Credo che l’assemblea degli iscritti lo abbia riconosciuto: è vero che l’applausometro non ha attendibilità scientifica, ma le reazioni della platea di stamattina hanno chiarito a tutti che alle primarie di domenica 25 si gioca una partita nuova”.