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La Questura più tosta del mondo: chiama Berlusconi e le fa un baffo. Ruby, qual è la bugia più grande del reame?

di Mino Fuccillo |11 Novembre 2010 16:31

La Questura più tosta del mondo: telefona il premier e gli fa un baffo. Un fior di notizia che è l’anima della ricostruzione ufficiale, del governo di Roma e della Procura di Milano, sulla notte di Ruby. Maroni ministro e Bruti Liberati Procuratore offrono al paese questa sequenza dei fatti. Primo atto: alle 18 del 27 maggio viene condotta in Questura una minorenne. Come da prassi e da regola viene “fotosegnalata” e identificata con certezza, si sa chi è e da dove viene: marocchina e dalla Sicilia. Il tutto prima che alle 23 squilli il telefono di servizio di Pietro Ostuni, capo di gabinetto in Questura.

Seconda scena, secondo atto: Ostuni parla con chi lo ha chiamato, un uomo dei servizi addetti alla sicurezza del premier. Subito la telefonata cambia uno dei protagonisti, al posto dell’uomo dei servizi parla con Ostuni il premier in persona. Berlusconi chiede “notizie su una ragazza di origine nordafricana segnalata come parente del premier egiziano Mubarak”, parole testuali di Maroni in Parlamento. Come da ricostruzione ufficiale, un capo di governo che chiama direttamente nella notte per sapere di un fermato in Questura, alla Questura non fa né caldo né freddo: tutti proseguono a lavorare come niente fosse. Quindi o in Questura considerano normale quella telefonata, capita infatti spesso che un capo di governo chiami per informarsi dei fermati, oppure in Questura considerano quel premier che chiama un fastidio da ignorare con un’alzata di spalle. Ha chiamato Berlusconi per quella che sta giù al primo piano? Fa niente, prosegui come non avesse chiamato. Deve essere andata così. Altrimenti  non si spiega la scena numero tre.

Scena numero tre: per nulla impressionati dalla chiamata del premier e per nulla incuriositi dal fatto di avere in Questura una minorenne marocchina che il capo del governo “segnala” come parente di Mubarak, funzionari e agenti non si smuovono di un passo dalla routine. Imperturbabili chiamano il giudice di turno per i minori e tranquilli cercano un posto in una struttura di accoglienza per la minore. Hanno un’ora di tempo. A mezzanotte Berlusconi richiamerà per sapere che stanno facendo per Ruby e di Ruby. E loro, per nulla scossi dalla doppia chiamata, cercano con pazienza quel posto per Ruby che però, purtroppo, non si trova. Impensabile che sia stata messa fretta all’agente che cercava il posto in comunità, impensabile che gli sia stato detto qualcosa del tipo: fa un paio di telefonate ma non perdere tempo, sbrigati. E se non trovi…è meglio. In fondo è solo il capo del governo che chiama e richiama, una scocciatura minima che non agita nessuno. Impensabile poi che la funzionaria Giorgia Iafrate che parla con il giudice minorile Anna Maria Fiorillo sia tesa e imbarazzata. Dice la Iafrate alla Fiorillo: “Parente di Mubarak…”. Risponde la Fiorillo: “E io sono Nefertiti regina del Nilo”. Devono essersi scambiate un sorriso al telefono. Dice la Iafrate, sollecitata da Ostuni: “Non c’è posto in comunità”. Lo dice alla Fiorillo che replica: “O in comunità o resta in Questura”. Deve essere stato uno scambio sereno e concorde. Non dice la Iafrate alla Fiorillo che Berlusconi ha chiamato. Le dice invece che sta arrivando in Questura una “delegata della presidenza del Consiglio” per farsi affidare Ruby. La Fiorillo sa che non esiste questa carica e funzione. Quindi, ovviamente, le due si lasciano concordi, serene e reciprocamente informate.

Passo indietro, flash-back. Il servizio di sicurezza più informato del mondo in tempo reale. Berlusconi è infatti in quelle ore all’estero ma subito viene a sapere di Ruby in Questura. Deve averlo saputo dalle telecamere della Questura collegate con quelle di Palazzo Chigi, collegate con quelle dell’auto o dell’aereo di Stato. Deve essere andata così, infatti l’alternativa è che a chiamarlo per chiedere aiuto e sostegno sia stata Michelle-Conceicao, la brasiliana, non proprio una dama di carità di professione, che è fuori dalla Questura. Michelle-Conceicao ha il numero di telefono per mettersi direttamente in contatto con il premier, lei lo ha detto e nessuno ha smentito. Lo ha avuto durante una cena-festa ad Arcore. Anche qui tutto normale e ovvio: quale premier al mondo non dà il suo telefono diretto alla brasiliana che ha ospitato a cena? E chi di noi, avvocato, chirurgo, imprenditore, docente universitario non darebbe il suo telefonino diretto a ragazze conosciute ad una festa, temendo magari che chiamino in ufficio? Nessuno ovviamente. E del tutto ovvio è che la brasiliana e la marocchina si conoscano, hanno in comune infatti la partecipazione a cene e feste ad Arcore.

Quarta scena, la “delegata presidenziale”. Cioè l’affidataria più distratta del mondo. Nicole Minetti arriva in Questura con le credenziali del presidente del Consiglio. La Questura, imperturbabile e imperturbata, le “affida” Ruby perché, come si è visto, il giudice Fiorillo non ha avuto nulla da dire, posto in comunità, purtroppo, non si è trovato e, avesse chiamato o no il capo del governo, comunque sarebbe andata così. Affido vuol dire a norma di legge “obbligo di vigilanza”. Ma la Minetti subisce improvvisa amnesia, appena fuori dalla Questura, saluta e molla Ruby. Neanche le passa per la testa di “vigilare” sul dove vada. Deve essere stata distrazione indotta dalla stanchezza perché erano le due di notte. Impensabile che chi l’ha mandata lì le abbia detto qualcosa del genere: tirala fuori e poi basta.

Passano i giorni e un bel giorno Anna Maria Fiorillo giudice minorile impazzisce, dà evidentemente di matto nel dire: “Hanno aggirato le mie disposizioni, mai ho autorizzato l’affido…Il ministro Maroni in Parlamento ha calpestato la verità”. Deve essere proprio uscita di senno, come si può dubitare della ovvia certezza, della Questura più tosta del mondo cui la chiamata del premier fa un baffo, del servizio di sicurezza più informato del mondo che avverte il premier di Ruby in Questura senza intervento di brasiliane, della delegata presidenziale Minetti più distratta del mondo che si perde “l’affidata” un attimo dopo averla presa in carico?

Qual è dunque la bugia più grande del reame? Specchio, specchio: dillo tu. Quella di “carità di patria” della Questura indifferente a Berlusconi che chiama? Quella “umanitaria” del premier avvertito da un uccellino che una povera ragazza non sa dove andare a dormire? Quella para legale di un affidamento negato da chi doveva affidare e subito dismesso dall’affidataria? Quella di un giudice isterico e impiccione? Bugie, tutto sommato meglio della possibile verità: un capo di governo che tira fuori di Questura una sua “amica di feste”. No, non può essere: Maroni va tutto sommato capito, come si fa a raccontarla in Parlamento questa verità? Meglio la Questura più tosta del mondo… Meglio chiedere al paese di fare sua la frase di Totò: “Non è vero ma ci credo”.

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