ROMA – Le schede bianche sono state 538. E molte di quelle schede bianche vengono dal Pd. Dietro quelle schede c’è il nome di Sergio Mattarella, l’uomo scelto da Renzi che ha ricompattato, almeno per la partita Quirinale, il Partito Democratico.
A vedere lo spoglio, un primo dato salta agli occhi. Una notizia: il Pd ha votato compatto o quasi. Delle 538 schede bianche sono tante quelle dei Dem. Tutti o quasi hanno seguito l’indicazione di Renzi. C’è qualche voto per Bersani (6)e Prodi (9), Finocchiaro (2), ma sommandoli non si arriva a 20. Molto diverso il quadro in Forza Italia. Qui il partito è lacerato e l’indicazione “scheda bianca” è stata mediamente meno seguita. I grandi elettori hanno seguito Berlusconi solo in parte. Sono piovuti voti più o meno improbabili: due per Ezio Greggio, uno per Gianfranco Magalli (era lecito aspettarsi di più, vista l’aria che tirava). Ma ci sono stati voti per l’ex sindaco Gabriele Albertini, voti per Paolo Romani, Antonio Martino, Denis Verdini. Tutti voti che sembrano arrivare dall’area di Forza Italia.
Le schede bianche potenziali, in base alle dichiarazioni della vigilia, erano circa 725. Parliamo dei voti messi insieme di Pd, Forza Italia, Gal, Ncd insieme a Udc, Scelta Civica insieme a Per l’Italia. Ne sono arrivate molte di meno. Ma se come sembra il Pd è così compatto e Forza Italia così lacerata allora è possibile, quasi probabile, che Renzi riesca nel colpaccio: far eleggere Mattarella alla quarta votazione, quella di sabato mattina. Allora di voti ne basteranno 505
Gli altri partiti avevano fatto scelte diverse, annunciando ognuno un suo candidato. Sel, ad esempio, alla prima votazione ha fatto sapere di voler votare Luciana Castellina. I voti potenziali erano 34 e Castellina ha fatto anche meglio, portandone a casa 37.
Lega Nord e Fratelli d’Italia avevano deciso di mettere i loro 39+9 voti su Vittorio Feltri. Il direttore alla fine dello spoglio di voti ne ha presi 49. Uno in più della somma prevista. Oscillazione nulla: i grandi elettori di Salvini e Meloni hanno risposto compatti all’indicazione.
Il Movimento 5 Stelle aveva a disposizione 134 voti e un candidato scelto dalla rete, Ferdinando Imposimato. E il magistrato uscito in extremis dalle Quirinarie di voti ne ha portati a casa 120. Tredici di meno. Possibile che qualcuno sia finito sul vecchio candidato, Stefano Rodotà, sostenuto dalla forza meno omogenea dei votanti, i 35 ex M5s. Di voti Rodotà ne ha presi 23. Probabile, quindi, che alcuni dei voti di ex M5s siano andati a finire tra Prodi, Bersani e Mattarella (5).
Leggi anche:
- Ferilli, Magalli, Greggio: i voti strani…
- Mauro Morelli, lo sconosciuto che raccoglie voti
- I risultati della prima votazione
I commenti sono chiusi.