Quirinale, il web preferiva Emma Bonino. Che peso hanno avuto i social network?

Pubblicato il 23 Aprile 2013 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, e gli psicodrammi dei giorni precedenti, sono in molti a chiedersi quanto i social network abbiano influito sul concitato epilogo. Il blog Sentimeter che tasta il polso alla rete sui temi caldi discussi sui social network, si interroga sull’argomento e, in particolar modo, su quanto fosse radicata la preferenza per Stefano Rodotà tra i netizen.

Il blog curato dai ricercatori di Voices From the Blogs, gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, osserva come sebbene Rodotà sia apparso piuttosto popolare, in realtà la candidata scelta dalla rete fosse un’altra. Stando al numero dei cinguettii infatti, la preferita era Emma Bonino (30,3%).Nome che solo il deputato PD Giachetti e il socialista Nencini hanno fatto in sede di primo scrutinio. Riporta Sentimeter:

Al tempo stesso agli utenti di Twitter non dispiaceva nemmeno il nome di Romano Prodi (24,3%), mentre per Marini (11,1%) e per un Napolitano Bis (6%) le preferenze erano più contenute.

In questo caso, dunque, l’effetto dei social network, se c’è stato, è stato minimo. Solo in sede di Quirinarie dove gli utenti sono stati espressamente chiamati a votare il loro presidente, c’è stata determinazione diretta di un candidato ma restano i dubbi sulla capacità del bacino elettorale, fermo alle primarie pre elezioni e su quante fossero le preferenze raccolte da Rodotà. Osserva Sentimeter:

Non è lui quindi il candidato della rete, e non sarebbe stato nemmeno quello dei grillini, se non per effetto della rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada, frutto probabilmente anche di un calcolo strategico fatto da Grillo e Casaleggio (ad oggi non è stato comunicato quanti siano i voti ottenuti da Rodotà e dagli altri candidati alle Quirinarie).

Ma quel che maggiormente colpisce è l’uso strumentale che tanta parte dei politici ha fatto dei social media. In realtà, scrivono i ricercatori, “ le opinioni della rete sono servite ai parlamentari PD come pretesto per una vera e propria “faida” tra le correnti”.

Resta comunque un dato: la rete è stata in grado di produrre i nomi dei quirinabili molto prima che questi spuntassero sulla bocca dei leader di partito e, osserva Sentimeter,

Ancora un volta la rete ha fatto i nomi di tutti i potenziali “quirinabili”: sia Marini che Prodi erano chiacchierati in rete prima delle votazioni, molto prima che il PD decidesse di proporli ufficialmente. Ed anche l’ipotesi di un Napolitano Bis veniva rilanciata dagli utenti di Twitter già prima del week-end, a dispetto di politici ed esperti che ritenevano impossibile la sua rielezione. Inoltre, queste elezioni hanno dimostrato che esiste, almeno a livello teorico, la possibilità di sondare in tempo reale l’opinione pubblica, almeno di quella, sempre più ampia, che si esprime in rete. Questo, a sua volta, potrebbe migliorare il grado di “responsiveness” ed “accountability” dei governanti verso i governati, aiutando a ridurre, anche per questa via, lo scollamento tra classe politica e cittadinanza.

Le prefeenze su Twitter tra il 18 e il 21 aprile (Credits: Sentimeter)