Quirinarie M5S: il popolo web dice Bonino, Prodi…e i grillini storcono il naso

ROMA  Emma Bonino e Romano Prodi. I magistrati Gian Carlo Caselli e Ferdinando Imposimato. Il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Il giurista Stefano Rodotà. A scorrere i nomi usciti dal voto delle “Quirinarie” del Movimento 5 Stelle sembra di sentire le solite liste che i partiti “tradizionali” si rimpallano da settimane. Il popolo sovrano, quello della rete, sembra avere idee decisamente più tradizionaliste dei “cittadini” eletti e nei 10 candidati più votati per il Quirinale spuntano, per paradosso, alcun nomi che il Movimento stesso ha bollato come “impresentabili”. In 48.282 avevano il diritto a votare online proponendo un nome per il Colle, lunedì tra questa rosa di 10 sapremo chi è il più votato in un’ulteriore consultazione online.

Ma certo il risultato del “primo turno” di Quirinarie stupisce il Movimento stesso. Vito Crimi storce il naso: ”Sicuramente sono un po’ sorpreso dal nome di Prodi, ma anche dalla Bonino: non me li sarei aspettati. Ma va bene così. E’ la democrazia, questa e’ la bellezza: accettare con serenita’ qualsiasi risultato della consultazione democratica”. Marco Scibona sa già che all’ala No Tav del Movimento difficilmente andrà giù il nome di Gian Carlo Caselli,  procuratore in alcuni processi contro alcuni manifestanti: “In teoria quella che ha votato è la nostra base, ma non è che ti fanno l’esame del sangue. Mandi solo una carta d’identità – spiega rassegnato il senatore – non mi vorrei fasciare la testa prima del tempo però. Credo che quelli per Caselli, Prodi e Bonino siano voti minoritari”. Repubblica raccoglie i commenti di alcuni onorevoli grillini:

Promette fedeltà alla linea in qualunque caso, Scibona. Come il siciliano Francesco Campanella: «Se facessimo di testa nostra perché non ci piace un nome che senso avrebbe?». Voterà chiunque? «Con minore o maggior piacere. Sarebbe bellissimo se riuscissimo a trovare una sintesi, una persona che ha il gradimento di gran parte della popolazione ». Non pensa né all’ex premier né alla leader radicale, però. Forse è più in linea con quanto dice il deputato laziale Adriano Zaccagnini: «Rodotà è un’ipotesi concreta, una persona validissima, un vero custode della Costituzione. Se verrà scelto dai cittadinici aspettiamo che Sel e Pd convergano su di lui». Ragionamento analogo a quello del collega Manlio Di Stefano, secondo cui «sarà difficile per il Pd dire di no ai nostri nomi se escono, ad esempio, un Rodotà o uno Zagrebelsky». Il capogruppo al Senato Vito Crimi hadetto di essere stato sorpreso dal nome del Professore: «Io che voto Prodi!», dice scorato al telefono. «Se devo lo farò. È la democrazia, bellezza. Però certo…». Di Stefano è meno sorpreso: «La Rete può essersi fatta influenzare da alcuni articoli che hanno accostato il nome di Prodi al Movimento». Ne aveva parlato anche Grillo alla riunione in agriturismo? «Aveva solo detto: “Meglio lui che altri, come Amato”». E quindi, se non fosse possibile mandare avanti il loro nome, cosa faranno i grillini dopo le prime tre votazioni? «Gli scenari sono ancora tutti possibili», dice Di Stefano. Molti parlamentari: «Faremo una riunione, troveremo il modo di decidere». Intanto tifano. La deputata Giulia Di Vita fa campagna per Gino Strada. Sulla pagina Facebook del gruppo 5 stelle alla Camera il fondatore di Emergency vince un sondaggio lanciato per “anticipare il blog”. I fan dei deputati grillini mettono al secondo posto Imposimato, poi Gabanelli, Rodotà, Grillo, Bonino. Prodi è ultimo, che però non vuol dire nulla. Tutto dipende dalla votazione on line che oggi sceglierà il vincitore. E da quanto il nome che ne uscirà potrà essere portato in fondo.

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