ROMA – Niente alternanza uomo-donna in lista, per legge. Niente bacino di 50% di donne tra i capilista. E neppure 40%. Lunedì sera la Camera boccia uno dopo l’altro i tre emendamenti alla legge elettorale per la rappresentanza delle donne. Tre schiaffi alle quote rosa che arrivano a scrutinio segreto.
Il primo emendamento prevedeva l’alternanza dei sessi nei posti in lista. Il governo si era rimesso all’Aula. I voti contrari all’emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc.
Pochi minuti dopo la Camera ha respinto, sempre a scrutinio segreto, l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevede l’alternanza dei sessi come capilista all’interno di ciascuna regione.
Quindi è arrivata la bocciatura del terzo emendamento, quello per avere almeno il 40% di donne come capilista. In quel momento è partita la protesta delle donne del Pd, che hanno abbandonato l’Aula. Laura Boldrini ha sospeso i lavori per una conferenza dei capigruppo. Dopo una mezz’ora di pausa la Camera si è riunita solo per aggiornarsi a domani, martedì 11 marzo.
L’ultimo tentativo di mediazione tra maggioranza e opposizione, dopo che Forza Italia aveva bocciato le quote rosa, riguardava un 40% di donne tra i capilista: ovvero nei posti che contano, che danno la garanzia di elezione. Il governo ha lasciato la decisione finale all’aula, Forza Italia si è dichiarata contraria, preferendo lasciare com’era l’accordo Berlusconi-Renzi, alcune parlamentari bipartisan, in Aula simbolicamente con una camicia bianca, sostengono la necessità delle quote per legge. Non è servito: anche l’ultimo emendamento è stato bocciato.
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