Rachele Scarpa, giovane candidata del Pd alle elezioni. Anzi candidata perché giovane. Anzi più che candidata. Non solo data la collocazione in lista già praticamente eletta. Di più: candidata bandiera, candidata simbolo. Simbolo del ringiovanimento del gruppo dirigente del partito. Simbolo vivente dell’aprirsi, del mettere letteralmente in prima fila giovani pensieri, giovane modo di pensare. I cinque giovani cinque in testa alle liste li ha voluti Letta e sono stati messi con orgoglio in vetrina quando sono state presentate le liste. Precisando che era la loro candidatura sostanza e non immagine.
Secchioni del luogo comune
Bene, qual è il giovane modo di pensare dei giovani candidati Pd (e si suppone di molti di loro omologhi tra cui si immagina siano stati scelti come i migliori)? Da quello che hanno detto in campagna elettorale e da quel che hanno consegnato a social e memoria pubblica e collettiva nel corso del loro impegno politico, i giovani del Pd sono indubbiamente ascrivibili alla categoria dei secchioni. Alzano la mano per dire: io la so. E in effetti lo sanno preciso e puntuale…il luogo comune. Premasticato, liofilizzato, depurato da ogni contaminazione con il complicato. Il luogo comune democratico/progressista. Ne sono campioni-secchioni. E, come ogni bravo secchione in classe, per compiacere il corpo docente recitano a pronta memoria e senza inciampo né con il reale e neanche con il plausibile, la formula verbale coagulata in frase sotto vuoto…spinto.
Il circolo vizioso del lavoro
Rachele Scarpa a suo tempo, esercitandosi nello studio del luogo comune, ebbe a dire: “va spezzato il circolo vizioso per cui il lavoro è l’unico mezzo di sostentamento delle persone”. Forte è la tentazione di pensare qualcosa come “in vino veritas”, cioè al fondo c’è l’idea di una società felice e giusta perché tutti assistiti da redditi pubblici. E subito la tentazione di domandare alla giovane Scarpa cosa oltre il “circolo vizioso del lavoro”, la rendita, il sussidio?. Sì, certo nelle parole della giovane Scarpa c’è, a sua insaputa, ideologia. L’ideologia per nulla marxista e nemmeno socialista, tanto meno comunista e neanche un po’ liberale di Poteri e Stati ed Economie che hanno il dovere di assistere via welfare via via quote e poi la totalità della popolazione. L’ideologia che rifiuta e respinge pratica e valore dell’accumulazione, dell’investire, della produzione. L’ideologia della redistribuzione a prescindere dalla creazione di valore. Ideologia che pervade molta sinistra ma che nulla ha in origine a che fare né con la socialdemocrazia, né col socialismo e in fondo poco ha a che fare com la stessa democrazia. Ma non è questa ideologia che innerva il dire della Scarpa (e con lei di molti giovani Pd) sul lavoro. La frase le viene così perché, evangelicamente, non sa esattamente cosa dice.
Voleva dire, volevo dire…
Voleva dire che circolo vizioso era insomma il lavoro precario, volevo dire che il lavoro poco pagato…Così la candidata Scarpa. Qualunque cosa volesse dire l’ha detta nella loro smozzicata e lucidata e già consunta lingua che mescola giovanilese, telegiornalese e sindacal politichese. L’ha detta come una che non sa dire. Una lingua artificiale e artificiosa. Perché così parlano e dicono? Per la risposta forse Invalsi dei candidati potrebbe cimentarsi: si scoprirebbe fenomeno analogo a quello che si registra per le competenze scolastiche acquisite. Uno su tre dei giovanissimi alla fine della terza media letteralmente non è in grado di scrivere o leggere una frase complessa. E cinque anni dopo un diplomato su due ha competenze scolastiche da terza media e non da fine ciclo studi scolastici. Invasi dei candidati scoprirebbe analoghe performance tra i candidati giovani di tutti i partiti. Ma tra questi una particolarità, una specifica di questi cresciuti politicamente nel Pd e oggi offerti all’elettorato quale opzione giovane: secchioni più di ogni altro, secchioni del luogo comune, secchioni del…nulla.