ROMA – Un affondo a un partito che è diventato “gregario”. Un affondo facile per il suo autore Raffaele Fitto vista la disfatta elettorale di Forza Italia alle ultime elezioni regionali: sconfitta secca in Calabria e sostanziale sparizione dall’Emilia Romagna dove FI ha subito l’umiliazione del “doppiaggio” da parte della Lega di Matteo Salvini.
Fitto, quindi, all’Ufficio di presidenza che si tiene nel pomeriggio di mercoledì 26 novembre non arretra. Anzi. Affonda ancora di più la critica. Una sconfitta “enorme”, esordisce. E poi passa alla crudezza dei numeri:
“In Emilia siamo stati delle comparse, regalando la candidatura alla Lega di Matteo Salvini, senza averne discusso prima all’interno del partito”.
Già, Matteo Salvini. Il nuovo che avanza. Ma che avanza da fuori Forza Italia. E Fitto, che Forza Italia aveva chiesto di azzerare nei vertici qualche giorno fa, non apprezza. Gregari di Renzi, dopo il patto del Nazareno, gregari di Salvini adesso.
“Né forza Renzi, né forza Salvini – è la posizione di Fitto – Non possiamo essere sempre gregari”.
La soluzione per Fitto c’è e si chiama primarie. Fatte da Forza Italia e non subite:
“Bisogna rimettere tutto in mano agli elettori per avere la partecipazione, altrimenti saranno i nostri alleati a trascinarci alle primarie – continua l’eurodeputato pugliese – Noi dobbiamo anticiparli, per questo ho posto da mesi il tema delle primarie”.
Fitto ha gioco facile con i numeri delle ultime elezioni. E come non ricordare l’ultimo ufficio di presidenza, quello di inizio ottobre, con Fitto umiliato e aggredito verbalmente da Berlusconi che lo definì “figlio di un vecchio Dc” . Era poco più di un mese fa e l’ex premier fece capire che se la linea non andava bene ci si poteva accomodare fuori dal partito. Solo che ora è la linea di Berlusconi a zoppicare. E Fitto parla assaporando una specie di piccola vendetta:
“O schiacciati sul governo o troppo aggressivi, così confondiamo i nostri elettori. E’ indispensabile invece rilanciare sui temi e i contenuti, a partire dall’economia. C’è troppa ‘renzologia’ e troppa ‘salvinologia’ in giro. Commentiamo l’attività degli altri, anzichè essere protagonisti”