ROMA – Passano pochi minuti dall’assoluzione di Virginia Raggi e Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista se la prendono con la stampa con parole durissime:
“Il peggio in questa vicenda – dice Di Maio – lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli (…) Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti!”.
Ancora più duro Di Battista: “Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Ma i colpevoli ci sono e vanno temuti. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita. Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa”.
A Di Maio e Di Battista rispondono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della stampa italiana:
“Nel giorno dell’assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, il vicepremier Luigi Di Maio insulta i cronisti e annuncia una sua legge sull’editoria. Eppure molti di quei cronisti oggi insultati hanno denunciato in anticipo Mafia Capitale e non hanno risparmiato nulla neppure al precedente sindaco, Ignazio Marino. Ieri andavano bene e oggi no? Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un’informazione al guinzaglio deve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro”.
“Le sue frasi – sottolineano Lorusso e Giulietti in una nota – sono la spia del malessere di chi vede vacillare un consenso elettorale costruito su annunci e promesse irrealizzabili. Quanto agli ‘infami’ e agli ‘sciacalli’ è sicuro, il vicepremier, di non parlare anche di se stesso, considerato che il suo nome continua a figurare fra quelli degli iscritti all’Ordine dei giornalisti?”.