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Canone Rai, governo battuto: minoranza Pd vota contro, niente aiuto da Verdini

di Emiliano Condò |30 Luglio 2015 18:00

Rai, governo battuto in Senato: bocciata la delega sul canone

ROMA – Governo battuto in Senato sulla riforma Rai, la minoranza Pd vota contro le indicazioni della maggioranza mentre non arriva l’aiuto a Renzi e ai suoi dei 10 senatori di Verdini.

La maggioranza è andata sotto sulla votazione per l’art.4 del disegno di legge di riforma della tv di Stato. Sono stati approvati emendamenti di minoranza Dem, FI e M5S, sui quali il governo aveva espresso parere negativo.

Con 121 voti favorevoli e 118 contrari l’Aula si è espressa contro l’articolo che delega al governo la possibilità di riformare le modalità di riscossione del canone, ovvero una delle tasse più evase dagli italiani. Ecco cosa recita l’articolo 4 della bozza di riforma, così come viene riportato sul sito del Governo:

L’art. 4 (Disciplina del finanziamento pubblico della RAI S.p.A.) delega il Governo ad adottare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi per una disciplina del sistema di finanziamento pubblico alla RAI S.p.A.. Il decreto sarà adottato su proposta del MISE di concerto con il MEF, sentite le competenti commissioni parlamentari. La necessità di una revisione della normativa al riguardo è sentita da tempo, alla luce della inefficacia dell’attuale sistema di riscossione e della peculiarità della natura impositiva dello stesso, che trova fondamento in un regio decreto legge del 21 febbraio 1938, n.246. Il comma 3 richiama espressamente quanto disposto dall’articolo 17 della legge 196 del 2009 in merito alla necessaria previa copertura finanziaria degli eventuali oneri recati dai decreti legislativi.

Minoranza Pd, 18 contro il governo: sono 18 i senatori della minoranza Dem che hanno votato l’emendamento soppressivo dell’art.4 della riforma Rai, che ha visto il governo andar sotto per 3 voti.

La “stampella” di Verdini fallisce: emendamento soppressivo votato anche da 2 senatori di Ala, il nuovo gruppo di Verdini che dovrebbe essere la “stampella” del governo almeno in termini di numeri al Senato. Significative le assenze dei verdiniani. In un gruppo di 10 disertano il voto in 7.

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