ROMA – Niente di fatto sulle nomine Rai. Nuovo stallo dopo il rinvio dell’11 novembre. Pesa, soprattutto, il veto M5S alla nomina di Mario Orfeo a direttore del Tg3. Veto che ha scatenato la reazione dei dem facendo saltare il complicato incastro approntato dall’ad Salini. I curricula, che dovevano essere presentati ieri mattina proprio dall’ad per consentire il via libera nella riunione in programma oggi alle 10, non sono arrivati ai consiglieri.
Non se ne farà nulla, quindi, neanche alla seconda rete, dal 29 novembre priva della guida di Carlo Freccero, che lascerà il suo incarico per aver raggiunto il limite del mandato. Si va verso un interim, che potrebbe essere assunto dallo stesso ad Fabrizio Salini o da Marcello Ciannamea, in pole per assumere poi la direzione della rete. A provocare lo strappo – secondo quanto riferiscono fonti parlamentari – le possibili nomine alle testate.
Veto M5S su Orfeo al Tg3 scatena effetto domino
Sarebbero stati i Cinque Stelle, in particolare Luigi Di Maio, a porre il veto su Mario Orfeo alla direzione del Tg3. Provocando una reazione dei dem che avrebbero a quel punto messo in discussione la permanenza di Giuseppe Carboni al Tg1. Mentre per quel ruolo si fa avanti, con supporto di Italia Viva, il nome di Andrea Montanari, il Pd pare pronto a far saltare anche la candidatura di Franco Di Mare a Rai3.
Poltrona che sarebbe lasciata libera da Stefano Coletta che passerebbe alla guida della rete ammiraglia. Anche l’uscita di Giuseppina Paterniti dal Tg3 in direzione Rainews non metterebbe tutti d’accordo, anche perché non resterebbe più alcuna donna al timone delle tre principali reti e testate Rai. I Cinque Stelle chiedono che mantenga un incarico di peso e spingono nel contempo la candidatura di Francesco Giorgino per una direzione.
Possibili tagli alla tv pubblica
Tutto rinviato dunque. Nel cda di oggi si parlerà del percorso di attuazione del piano industriale, di ordini e contratti, della situazione immobiliare e della situazione Radiofonia. Delle nomine si riparlerà nel cda di dicembre forse o in una riunione straordinaria. Tutto lascia presagire che i tempi non siano brevi a questo punto. Anche perché a influire sullo stop sarebbero stati i possibili nuovi tagli ai trasferimenti alla tv pubblica previsti in alcuni emendamenti alla manovra.
L’ad in Commissione di Vigilanza ha lanciato l’allarme sull’impatto che la riduzione delle risorse avrebbe sulla realizzazione del piano industriale. In sostanza in caso di un taglio del budget, rispetto a quello preventivato al momento della stesura del progetto, sarebbe necessario rivederne il perimetro. In particolare in relazione agli oneri specifici derivanti dal contratto di servizio, come la realizzazione del canale inglese e del canale istituzionale. Le nomine sono frutto di un percorso delineato che potrebbe a questo punto essere modificato. (fonte Ansa)