ROMA – La Rai decide di presentare ricorso al Tar contro il taglio da 150 milioni previsto dal decreto Irpef del governo Renzi, e Luisa Todini si dimette dal Consiglio di amministrazione dell’azienda. Il Consiglio di amministrazione Rai nel pomeriggio di mercoledì ha infatti dato via libera all’ordine del giorno presentato da Antonio Verro, che comprende appunto il ricorso contro il taglio. Una decisione insolita, vedere infatti un’azienda pubblica di cui il governo è azionista, fare ricorso contro il governo stesso è del tutto inusuale.
Ma la decisione di fare ricorso ha naturalmente anche una valenza politica. Infatti oltre a Luisa Todini è contrario anche Antonio Pilati. A favore gli altri sei membri del consiglio, tutti di Forza Italia e del Pd entrati nel Consiglio prima dell’arrivo del governo Renzi, mentre la presidente Anna Maria Tarantola si è astenuta. Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ha definito “inopportuno” il ricorso votato dal Consiglio.
All’origine delle dimissioni dell’imprenditrice-consigliere c’è la questione del prelievo forzoso di 150 milioni di euro dalle competenze Rai derivanti dal canone di abbonamento. Prelievo previsto dal dl 66 o dl Irpef.
Un cda burrascoso, il cui esito ha convinto la Todini (che aveva promesso le dimissioni “entro l’autunno” in forza del suo nuovo incarico di presidente di Poste) ad anticipare l’addio al consiglio d’amministrazione.
Quanto al futuro, non è automatico che si debba procedere subito alla sostituzione di Todini con la nomina di un nuovo consigliere da parte della Commissione di Vigilanza Rai. Già in passato, infatti, è accaduto che ci siano state dimissioni di consiglieri senza che si sia proceduto da parte degli organi competenti alla nomina di un sostituto.
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