ROMA – Il cda della Rai ha dato mandato al direttore generale, Luigi Gubitosi, di ridefinire il piano industriale dell’azienda per recepire le indicazioni del decreto Irpef e per avviare le procedure propedeutiche alla vendita di una quota minoritaria di RaiWay (la controllata che gestisce gli impianti di trasmissione). Il nuovo Piano Industriale sarà presentato al cda prevedibilmente entro 6/8 settimane. Il consiglio ha inoltre ha preso atto del piano editoriale di Rai News che include il canale RaiNews24, Televideo e il portale RaiNews.it, illustrato dal direttore Monica Maggioni, e ha indicato come vicedirettori Marco Franzelli, Filippo Nanni, Lorenzo Ottolenghi, Sabina Sacchi e ha confermato Mirella Marzoli e Enrica Toninelli.
In pratica, la Rai è costretta a consegnare un pezzo di dote pur di consentire il recupero di almeno 150 milioni già stanziati nel pacchetto di coperture finanziarie del cosiddetto bonus Renzi da 80 euro in busta paga a partire da maggio. Ma, senza un significativo piano recupero dell’evasione sul canone Rai (stimato in 50 milioni) e in assenza di un piano strategico complessivo, con l’alienazione di un pezzo di patrimonio la Rai rischia concretamente di dover portare i libri contabili in tribunale. L’idea sarebbe quella di quotare in Borsa il 40% di Raiway, un po’ come ha fatto (e con soddisfazione) Mediaset con la quotazione di E. I. Towers.
I tempi, però, sono troppo stretti, la prospettiva di nuovi, dolorosi tagli all’azienda, a partire dalla chiusura di sedi regionali costose e soprattutto dalla riduzione del personale, preoccupano alcuni consiglieri. “Se tu quoti e vendi agisci direttamente sul patrimonio, dopodiché per far fronte al prelievo bisogna intervenire sul conto economico perché diversamente non starebbe in piedi”, è il ragionamento che si fa in Viale Mazzini. Rispondere no alla richiesta di Renzi non si può (da un punto di vista giuridico il decreto Irpef che contiene la richiesta dei 150 milioni sarebbe ineccepibile).
Il pericolo è che per dare il via libera al bonus si debba “svendere” un pezzo decisivo di servizio pubblico come gli impianti, o comunque ridimensionare il prodotto Rai. I primi a saltare sarebbero i contratti temporanei e le collaborazioni interne, le “partite Iva Rai”.
E nel mirino, finiscono, così, le grandi aree di spesa aziendali: dalle sedi forse troppe e onerose, al personale che vale tra gli 800 e i 900 milioni di euro, ma anche la fiction (200milioni di euro di investimenti l’anno) e il cinema (60milioni di euro l’anno). Insomma, «una situazione inaccettabile» per il numero uno dell’Usigrai, «avevamo chiesto all’azienda – spiega Vittorio Di Trapani – di assumere decisioni formali contro il decreto del governo che taglia 150 milioni di euro alla Rai Servizio Pubblico. (Paolo Festuccia, La Stampa)
In questa situazione di emergenza, non è sfuggito come il cda, in ogni caso, non abbia rinunciato a procedere alle 4 nuove nomine dei vicedirettori di RaiNews, struttura con 190 dipendenti e lo 0,5% di share.
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