Duello Rai-Sgarbi. “Vai in onda ma in differita”. “Mi boicottate? Rinuncio al programma”

Vittorio Sgarbi

ROMA – Continua il braccio di ferro tra la Rai e Vittorio Sgarbi che venerdì mattina ha accusato l’azienda di viale Mazzini dicendo che “la richiesta di registrare il programma svela una strategia di boicottaggio”.

Sgarbi, che dovrebbe approdare in prima serata su Raiuno da mercoledì prossimo con il programma “Il mio canto libero”, sarebbe dovuto andare in onda per cinque serate il mercoledì dal 18 maggio con una prima puntata incentrata sul tema di Dio e sull’arte nel suo rapporto con il divino. Ma a cinque giorni dalla prevista messa in onda, il programma rischia di saltare definitivamente.

L’incertezza è su tutto, eccetto che su una cosa, confermano anche da Raiuno: che la trasmissione non potrà andare in diretta. Allora Sgarbi chiama a raccolta la stampa e punta il dito contro la Rai: “Non mi sento né gradito né rispettato”, accusa dichiarandosi “pronto a rinunciare al programma, magari con una trattativa come quella che fece a suo tempo Biagi”.

Sgarbi spiega che dopo la telefonata con il nuovo dg, Lorenza Lei, c’è stato un incontro con il direttore di Raiuno Mauro Mazza. “Ci chiedono di registrare la puntata. Da parte mia niente in contrario, però questa mi sembra sfiducia, perché non chiedono la stessa cosa anche a Santoro e Floris? Io vorrei essere trattato come loro”.

“Dopo una riflessione notturna, ho valutato che la richiesta insistente di registrare uno spot e non averlo ancora visto in onda facciano pensare a una strategia di boicottaggio quasi per ritorsione nei confronti del dg Mauro Masi che aveva entusiasticamente approvato il programma, la scaletta della prima puntata e la promozione concordata, come in un esplicito articolo del contratto. Ma – prosegue Sgarbi – al di là dei sospetti, mi sembra evidente che la richiesta di registrazione sia un atto di sfiducia,una forma di controllo e di limitazione della libertà espressiva con la possibilità di censura in perfetto contrasto con la reiterata indicazione da parte del dg Masi e del direttore Mazza di andare in diretta”.

“In nessuna conversazione infatti con i dirigenti della Rai e col produttore Ballandi si è mai valutata l’opportunità di registrare le puntate. Contro ogni accordo contratto con il dg in piena lealtà e collaborazione appare oggi voler non essere rispettato in contrasto con un fondamentale codice dentologico morale e civile tra le parti, ho per questo ritenuto di scrivere una lettera al direttore generale della Rai, la dottoressa Lorenza Lei di cui renderò noto il contenuto nelle prossime ore per chiarire la mia posizione”. Infine allarga le braccia: “Cosa succederà il 18? Non lo so. Ma sono pronto a rinunciare, per 3 milioni di euro”.

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