Rai Way, perché Berlusconi le vuole. Le torri tv oggi, la telefonia mobile domani

Rai Way, perché Berlusconi le vuole. Le torri tv oggi, le torri tlc domani
Rai Way, perché Berlusconi le vuole. Le torri tv oggi, le torri tlc domani

ROMA – Rai Way, perché Berlusconi le vuole. Le torri tv ora, le torri tlc in prospettiva. Già oggi alle 17, dopo un primo no del Governo, il cda della controllante Rai della società Rai Way farà una prima valutazione dell’offerta lanciata da Ei Towers, (Opas da 1,2 miliardi di euro) la società omologa di Rai Way controllata da Mediaset che gestisce infrastrutture e impianti di trasmissione tv.

L’offerta è già stata giudicata non amichevole (“unosolicited” dal cda Rai) ed è comunque subordinata a tre condizioni. 1) Che la Rai consenta a Ei Towers di raccogliere il 66% del capitale. 2) Il via libera dell’Antitrust. 3) Il via libera del Ministero dello Sviluppo.

Perché. Il cda di Mediaset ha motivato la mossa (inattesa e “incomprensibile” dice il Pd visto che la legge vincola il controllo di Rai Way almeno per il 51%) con l’impegno a costruire “un’aggregazione nazionale dell’infrastruttura di trasmissione televisiva”.  Ei Towers punta alla “creazione di un operatore unico delle torri broadcasting” e propone ai soci di Rai Way il 52% in più del prezzo del collocamento azionario iniziale.

L’auspicio della società di Mediaset, e qui è il business più rilevante in prospettiva, è che chiudendo l’affare l’estate prossima “aprirà sempre più la propria infrastruttura in prospettiva agli operatori di Tlc”, cioè telefonia mobile di ultimissima generazione.

Mediaset vuole aggregare circa 5mila stazioni che lanciano il segnale tv e che in futuro potranno essere usate anche dagli operatori telefonici per le frequenze di ultima generazione. A proposito di torri, oggetto della trattativa sono i siti che materialmente ospitano i tralicci con le antenne vere e proprie: non lo sono, invece, le frequenze, che restano in capo ai singoli operatori.

Torri broadcasting e torri tlc. Sul Sole 24 Ore Antonella Olivieri spiega bene l’anomalia del duopolio nelle torri televisive italiane ma anche la fondamentale differenza tra torri tv e torri tlc, laddove le seconde sono molto più remunerative. In effetti, Rai Way e Ei Towers svolgono lo stesso lavoro, un’anomalia appunto nel panorama internazionale dove la rete è solitamente unica (ma dove chi gestisce la rete non gestisce i contenuti).

Un conto sono gli operatori delle torri di tlc, un conto sono quelli del broadcasting. I primi viaggiano a multipli più elevati perché il business nella telefonia mobile, con l’arrivo della quarta generazione e in prospettiva della quinta, è ancora in espansione, mentre il settore della trasmissione del segnale tv poggia su una tecnologia ormai matura. Nel caso di Ei Towers che nella nottata ha annunciato un’Opas su Rai Way stiamo parlando di torri per il broadcasting, in presenza di un’anomalia, tutta italiana, di due reti parallele a copertura nazionale, a riflettere il sostanziale Far West regolamentare entro il quale nel secolo scorso avevano mosso i primi passi le tv commerciali. Altrove – in Spagna, in Francia ma anche in Uk – l’infrastruttura nazionale è unica […]

[…] È per questo che le società delle torri tv viaggiano in Borsa a multipli Ev/Ebitda di 10-12 volte, mentre le quotate con focus piuttosto sulle tlc – il benchmark sono i colossi Usa American Tower, Crown Castle e Sba Communications da decine di miliardi di dollari di capitalizzazione – viaggiano a multipli superiori alle 20 volte. In Italia si attende entro l’estate la quotazione della newco delle torri mobili di Telecom Italia che, se riuscisse a spuntare gli stessi multipli applicati alla cessione delle torri Wind ad Abertis (15 volte l’Ebitda), potrebbe aspirare a una capitalizzazione di mercato complessiva fino a 1,5 miliardi. Teoricamente torri tv e torri tlc potrebbero stare sotto uno stesso cappello, le sinergie però sarebbero limitate tant’è che anche Ei Towers ha societarizzato a parte la sua attività nelle torri per la telefonia. (Antonella Olivieri, Il Sole 24 Ore)

 

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