Rc Auto. Cerchiai: “In 5 anni le tariffe sono scese del 20%”

Pubblicato il 13 Luglio 2010 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA

Fabio Cerchiai

La manovra potrebbe dare un duro colpo al settore delle assicurazioni, in ballo ci sono 238 milioni di euro, che da qualche parte devono venire fuori. Ecco allora che parte la difesa del settore: “Il prezzo medio delle assicurazioni Rc auto in 5 anni, dal 2005 al 2009, si è ridotto di oltre il 20% in termini reali, ossia al netto dell’inflazione (pari nel periodo al 10,4%)”.

E’ quanto ha affermato il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, nel corso dell’audizione in commissione Industria del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul settore dell’assicurazione di autoveicoli. ‘La realtà italiana è che, a fronte di una significativa riduzione dei premi (complessivi e unitari) registrata tra il 2005 e il 2009, il numero dei sinistri accaduti e il costo dei risarcimenti non sono scesi in pari misura”, ha spiegato Cerchiai.

”Anzi, il costo complessivo dei sinistri – ha proseguito – ha mostrato nel triennio 2007-2009 una tendenza alla crescita”. A ciò si deve aggiungere, ha sottolineato il presidente dell’associazione, ”il fatto che il sistema rc auto in Italia presenta anomalie strutturali. Se non risolte in tempi brevi, queste anomalie potrebbero determinare una dinamica progressiva di crescita dei costi e dei prezzi, innestando una spirale pericolosissima”.

Per affrontare tutte le distorsioni del sistema rc auto, secondo Cerchiai, ”serve il maggiore impegno delle compagnie nelle attività di loro competenza. Ma anche l’impegno della politica nelle materie che necessitano di interventi normativi”.

Il costo totale dei risarcimenti nel 2009, spiega Cerchiai, è stato pari a 15 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi sono stati spesi per lesioni di lievissima entità. Circa i due terzi del costo complessivo per risarcimenti, ovvero 9,5 miliardi di euro, infatti, riguardano danni fisici, questa fetta si divide tra risarcimenti per invalidità permanenti gravi o per morte (oltre i nove punti percentuali), 6 miliardi, e tra quelli per invalidità non gravi (tra uno e nove punti), 3,5 miliardi.

Secondo Cerchiai ”l’anomalia italiana risente di un diffuso fenomeno speculativo favorito da una impropria applicazione dei criteri previsti per la valutazione delle invalidità micro-permanenti (1-2 punti percentuali) e da un praticato giudiziario inopportunamente benevolente”. E aggiunge: ”Queste pseudo-lesioni nel loro complesso rappresentano in numero oltre il 70% delle lesioni non gravi. Le imprese risarciscono per questi danni circa 1,7 miliardi di euro all’anno, vale a dire oltre l’11% degli oneri totali per sinistri rc auto”.