Il reato “tenue” svuota-processi: se rubi una mela sei subito assolto

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

Totò e Fabrizi in una scena di "Guardie e ladri"

ROMA – Niente carcere e soprattutto niente tribunale per chi ruba una mela, o insulta un vigile o compie un raggiro da pochi spicci. Ma archiviazione immediata o proscioglimento: se il reato è ritenuto “tenue” dal pm o dal giudice, l’imputato non sarà perseguito. Le virgolette rinviano a una nuova fattispecie giuridica che sta per essere introdotta: la “particolare tenuità del reato” è il compromesso raggiunto alla Camera sulle condotte a bassa pericolosità, che affida al giudice la discrezionalità di valutare se il reato è occasionale e che tipo di conseguenze produce. Una norma svuota-processi, è stata definita, in linea con i provvedimenti svuota-carceri: un indirizzo perseguito dal governo Monti e dal suo ministro della Giustizia Severino per snellire l’ingolfata e pachidermica macchina della giustizia.

Sebbene la formula “tenuità del fatto” prosciolga l’imputato in sede penale, il fatto resta in sede civile, nell’eventualità che esistano i presupposti per un risarcimento. Una piccola rivoluzione per il nostro sistema giudiziario che segue appunto il new deal in tema di depenalizzazioni per i reati minori, la messa alla prova, le reclusioni domiciliari, le misure alternative al carcere. Tutti provvedimenti inseriti nel ddl di dicembre dal quale era rimasta esclusa proprio la novità del reato tenue, per non inasprire ancor di più il confronto e superare le resistenze dei più sensibili, specie nel Pdl, a tematiche giustizialiste care alla Lega che infatti si è opposta a ogni progetto innovativo.

Questa volta il Governo ha proposto solo degli emendamenti a un disegno di legge faticosamente maturato in Parlamento. Il comitato ristretto della Commissione Giustizia ha partorito (relatore Lanfranco Tenaglia, Pd) la proposta di legge che è già stata inserita nell’ordine del giorno della seduta dell’aula di lunedì. L’ultima difficoltà è stata proprio sull’emendamento del governo, che intendeva riconoscere al giudice piena discrezionalità nel valutare l’occasionalità del reato. Tema importante, perché, invece si è stabilito di accordarsi su una interpretazione più rigida che tenga conto in via preliminare del fatto che un reato della stessa indole sia compito più di una volta. Il governo ha ottenuto che non venisse inserita la formula della recidiva, ma si deve accontentare di un testo che esclude la tenuità del reato e quindi il conseguente proscioglimento, per i delinquenti definiti abituali o per chi ha commesso, prima o dopo, reati della stessa indole.