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Referendum, violato il silenzio: Berlusconi e Maroni rischiano 3 anni di carcere

di luiss_vcontursi |13 Giugno 2011 19:27

ROMA – Uno a urne aperte ha detto: “Il quorum è raggiunto”, l’altro, mentre gli italiani erano ancora in fila per il referendum, ha annunciato: “Diciamo addio al nucleare”. Ora il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi potrebbero, in punta di legge, rischiare tre anni di carcere. Perché? Perché hanno, a tutti gli effetti, rotto il silenzio elettorale. Ad urne ancora aperte hanno dato dei risultati non certi. E potrebbero essere incriminati per turbativa elettorale.

Infatti il Testo Unico sulle norme elettorali che disciplina anche le conseguenze penali degli atteggiamenti in periodo di elezioni parla chiaro, con un comma che istituisce un reato speciale appositamente pensato – e aggravato – per i soggetti investiti di cariche pubbliche.

L’Art. 98 , comma 1, dice: “Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, l’esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000“.

E dire a urne ancora aperte che ormai il quorum e raggiunto e il nucleare abolito può essere valutato come turbativa elettorale. Dicendo agli italiani che il referendum è passato e hanno vinto i sì, mentre le urne sono ancora aperte e dati certi non ce ne so, potrebbe aver influenzato la partecipazione elettorale degli italiani. Potrebbe aver spinto qualcuno a non andare a votare con il pensiero che tanto il referendum era passato. Che il voto degli altri era bastato per raggiungere il quorum.

Intanto il blogger Antonio Crea, noto blogger col nickname di Tafanus, ha già denunciato il ministro dell’Interno alla Questura di Roma per turbativa elettorale. Tafanus ha annunciato l’iniziativa sul suo blog:

“Informiamo che questa mattina, ad urne aperte, il Ministro Maroni ha diramato un comunicato, dicendo che “secondo proiezioni di cui dispone il Ministero degli Interni, il quorum potrebbe essere raggiunto anche prescindendo dalla querelle sul voto degli italiani all’estero. Si chiede di verificare se e quali articoli di legge abbia violato il Ministro:

a) In periodo elettorale, è vietato diffondere qualsiasi dato, o anche solo indicazioni, su sondaggi e proiezioni. E’ vietato a TUTTI, e in primo luogo a coloro che sono istituzionalmente delegati a far rispettare le leggi;

b) ad urne aperte questa dichiarazione spingerà molti a non recarsi al voto, creando l’impressione di un raggiungimento del quorum ormai acquisito, e della conseguente inutilità degli ultimi voti”.

Sulle dichiarazioni di Berlusconi, è l’opposizione a scendere sul piede di guerra. L?Italia dei valori attacca il presidente del Consiglio dopo le parole sul referendum: “In queste ultime ore di voto, in cui si gioca il raggiungimento del quorum, è gravissimo, intollerabile ed inaccettabile – afferma in una nota il presidente dei deputati Massimo Donadi – che Berlusconi interrompa il silenzio elettorale con le sue valutazioni politiche. Parole che potrebbero influenzare la partecipazione elettorale degli italiani. Anche di questo si dovrà iniziare a discutere da domani”.

Polemici anche i Verdi e il presidente Angelo Bonelli invita i cittadini al voto: “L’annuncio del ministro Maroni è fuori luogo: a questo punto il Viminale renda noti i dati ufficiali delle 12. I cittadini in queste ultime ore devono essere ancora più motivati e continuare ad andare a votare. Non vogliamo che in queste ore ci sia alcun tentativo di demotivazione. Invitiamo quindi tutti i cittadini ad andare a votare ed essere protagonisti di questo grande cambiamento per il Paese”.

Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd attacca Maroni: “Le affermazioni del ministro Maroni sul quorum sono inopportune e incredibili”.

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