Referendum elettorale/ Che cosa succede se vince il sì

Giancarlo Usai (Scuola di Giornalismo Luiss)
Pubblicato il 14 Maggio 2009 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA

Le polemiche sui costi del prossimo referendum abrogativo di un pezzo di legge elettorale non hanno certo aiutato a conoscerne i reali contenuti. La questione principale, fino all’intesa sul disegno di legge che ha fissato la data della consultazione al 21 giugno, ha riguardato la possibilità di accorpare o meno il referendum alle elezioni europee di inizio giugno. La maggioranza di centrodestra ha preferito invece seguire la volontà della Lega Nord e tenere separate le due tornate.

Chi andrà a votare si troverà di fronte tre schede. Due con un quesito identico, una per la Camera, l’altra per il Senato. Quello che potrebbe cambiare nel sistema elettorale italiano, se vincesse il sì, riguarderebbe il ruolo delle coalizioni politiche. Il premio di maggioranza, che la legge Calderoli del 2005 attribuisce attualmente all’alleanza nel suo complesso, verrebbe attribuito solo alla lista con più voti. Unirsi in grandi “cartelli”, per i partiti, non avrebbe più alcuna importanza. Nelle elezioni dello scorso anno, ad esempio, il Popolo della libertà avrebbe ottenuto da solo il premio, indipendentemente da una sua alleanza con la Lega. E se il Partito democratico e l’Italia dei valori fossero confluiti in una lista unica, sarebbero stati loro a vincere le elezioni, ottenendo il decisivo premio di maggioranza. L’intenzione dei promotori della consultazione, al momento della presentazione dei quesiti, era chiaramente quella di indirizzare il sistema parlamentare verso un bipartitismo all’americana.

Con la terza scheda si chiederà ai cittadini di scegliere, votando sì, di vietare le candidature multiple. Al momento, i leader politici di maggior richiamo si candidano in quasi tutte le 27 circoscrizioni, fungendo da calamita di consensi per la propria lista. Poi, al momento dell’ingresso in Parlamento, scelgono dove risultare vincitori e permettono al primo dei non eletti nelle altre circoscrizioni di essere ripescato. Se prevalesse il sì questo non sarebbe più possibile e tutti i candidati, regione per regione, sarebbero sicuramente eleggibili.

Tutto, ovviamente, sarà subordinato al raggiungimento del quorum, ovvero al fatto che la metà più uno degli aventi diritto si presenti alle urne.