Referendum fastidioso, quasi quasi lo sposto più in là

Un referendum che dà fastidio: alla Lega che teme una riforma elettorale che abbassi il valore dei suoi voti in una coalizione con il Pdl non più obbligatoria. A Berlusconi che deve giustificare davanti all’opinione pubblica lo spreco di centinaia di milioni che segue a far votare in un giorno diverso da quello delle europee ed amministrative. E allora perchè non trasformarlo in un referendum che “dava” fastidio? Spostarlo intanto di un anno e poi si vede…

Il referendum sarà dunque il 21 giugno o slitterà nel 201o? «Decideremo sulla base della proposta che il ministro dell’Interno farà all’opposizione, che per noi è il 21 giugno o il rinvio», ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato. Toccherà adesso a Roberto Maroni sondare il parere dell’opposizione. Per adesso il Pd tace, anche se Massimo D’Alema è favorevole allo slittamento nel 2010: «il rinvio puo’ essere utile per riproporre una riforma della legge elettorale. Del resto, per votare il 21 giugno ci vuole una legge. Quindi, legge per legge…».

Contrarissima, invece, l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro che chiede che il referendum «sia fatto nello stesso giorno di amministrative ed europee, per evitare una ulteriore spesa». «L’idea della doppia data – aggiunge Di Pietro – è un doppio furto, un furto bello e buono di democrazia e di risorse».

Intanto, dopo le polemiche dei giorni scorsi, sollevate dalla Lega, che, stando alle dichiarazioni di Berlusconi, minacciava di far cadere il governo se il referendum fosse stato unico, oggi arrivano parole di stima da parte di Bossi verso il premier: «non ho bisogno di mettere Berlusconi con le spalle al muro: i nostri rapporti sono troppo cordiali per cose del genere. Ha detto quelle cose ad uso interno, per tenere l’equilibrio nel Pdl tra Forza Italia e An. Io e Silvio ci intendiamo sempre”.

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