ROMA – Giovani, poveri e disoccupati. Sono loro ad aver votato in massa per il No al referendum costituzionale del 4 dicembre che ha segnato la sconfitta e le dimissioni del premier Matteo Renzi. Il Sole 24 Ore in un pezzo firmato da Riccardo Saporiti è andato a studiare nei dettagli i flussi di voto non limitandosi alle sola stratificazione regionale.
Ne emerge un quadro particolarmente significativo. A fare la differenza a favore del No, infatti, sono stati soprattutto i più giovani. Quegli stessi giovani che, soprattutto al centro sud sono spesso e volentieri senza lavoro. Gli esperti di Info Data del Sole 24 hanno preso in esame le province (solo 12) in cui ha vinto il Sì e alcune province in cui ha vinto il No. E hanno calcolato, nelle differenti province, il rapporto tra elettori Over 65 e elettori Under 30. Il dato è chiaro: nelle province più giovani la vittoria del No è stata schiacciante pressoché ovunque:
Per fare qualche esempio, a Napoli e a Caserta, dove il numero di under 30 e di over 65 sostanzialmente si equivale, il No ha superato il 70%. A Ferrara, dove per ogni giovane ci sono 2,6 anziani, pur vincendo gli oppositori della riforma non hanno superato il 53,5%, un dato ben al di sotto della media nazionale. Fa eccezione Bolzano: qui il rapporto tra giovani e anziani è di 1,3 eppure il Sì ha ottenuto il risultato migliore a livello nazionale, arrivando al 63,69%.
Se oltre che giovani si è anche disoccupati allora il voto per il No si fa addirittura plebiscitario. A Bolzano, per esempio, la netta affermazione del Sì si basa anche su un tasso di disoccupazione giovanile bassissimo, appena l’8%. Discorso decisamente diverso a Caltanissetta dove è disoccupato il 54% dei giovani il Sì si è fermato al 28,9%.
Infine i poveri. Anche qui i dati del Sole 24 Ore sono incontrovertibili:
Nelle provincie italiane in cui l’imponibile non supera i 14mila euro, il Sì è rimasto ben al di sotto del dato nazionale. Unica eccezione Campobasso, dove è arrivato al 39,9 a fronte di un reddito medio di 11.962 euro. Ma anche questi dati, visualizzati sulla quarta pagina dell’infografica, dicono che sono le persone economicamente più fragili ad essersi schierate in massa contro la riforma.