Referendum, in forse le schede dei votanti all'estero

ROMA, 2 GIU – A dieci giorni dal referendum, non si e' sciolto il nodo dei 3,2 milioni di italiani all'estero, che hanno gia' votato sul quesito relativo al nucleare, prima quindi del pronunciamento della Cassazione di ieri che ne ha imposto una nuova formulazione. Quei voti, dunque, sono validi o no? Un precedente fa propendere per la prima ipotesi, mentre secondo il costituzionalista Alessandro Pace, il problema si porra' solo se quei voti risulteranno determinanti per il raggiungimento del quorum. Proprio oggi e' scaduto il termine entro il quale i consolati italiani dovevano ricevere le schede votate. Quelli di New York e Buenos Aires (Stati Uniti ed Argentina sono tra i Paesi in cui e' piu' alto il numero di connazionali residenti) hanno ricevuto per posta migliaia e migliaia di schede referendarie con il vecchio quesito sul nucleare e fanno sapere di essere in attesa di istruzioni. Non ci sono piu' i tempi tecnici per l'invio a tutti i consolati delle schede con il quesito corretto ed il 9 giugno gli uffici diplomatici dovranno inviare in Italia i plichi gia' votati per lo scrutinio. L'opposizione ha protestato, chiedendo al Governo di garantire il voto ai connazionali che vivono all'estero. Al Viminale ricordano che in passato c'e' stato un precedente analogo e, in quel caso, i voti degli italiani all'estero furono considerati validi, pur essendosi espressi su un quesito in seguito modificato. Il costituzionalista Pace, che ieri e' intervenuto per conto dell'Idv nell'udienza alla Cassazione sul referendum, parla di ''falso problema'': la questione, spiega, ''si porra' solo dopo il 13 giugno e solo se quei voti saranno determinanti per il raggiungimento del quorum o per il ribaltamento del risultato del referendum''. Secondo l'esperto, le schede comunque ''vanno computate, perche' seppure il quesito sia stato cambiato, il si' o il no al nucleare gli italiani all'estero lo hanno già espresso''. A decidere sara', anche in questo caso, l'Ufficio centrale per i referendum della Cassazione, e comunque solo dopo il 13 giugno, al momento della convalida delle votazioni. Nel caso di diniego allora – preannuncia Pace – i comitati promotori potrebbero sollevare conflitto di attribuzione impugnando la decisione della Suprema Corte dinanzi alla Corte Corte Costituzionale. Le schede con il quesito riformulato non sono comunque ancora state stampate. Per farlo si attende il 7 giugno, giorno in cui la Corte Costituzionale dara' il via libera formale sull'ammissibilita' del quesito sul nucleare, cosi' come corretto dalla Corte di Cassazione.

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