Referendum, italiani estero: felici ma non ci dimenticate più

BRUXELLES, 13 GIU – Felici per il quorum ampiamente raggiunto in Italia, ma amareggiati per come e' stato gestito il voto degli italiani all'estero, che va riformato: cosi' i rappresentanti del 'Comitato referendario per il si'' di Bruxelles, costituito da Pd, IdV, SeL, movimenti e associazioni della vecchia e nuova emigrazione in Belgio, hanno accolto il risultato comunicato dal Viminale.

In Belgio vivono circa 200.000 italiani con diritto di voto, 70.000 nella regione di Bruxelles e nelle Fiandre, oltre 120.000 nelle regioni francofone della vecchia emigrazione minerararia.

''E' arrivato il momento di riformare il sistema di voto degli italiani all'estero'' dice Francesco Cerasani, segretario del Pd di Bruxelles, denunciando come da tempo ''il governo dimezza anno dopo anno i fondi'' per la la cultura e per le rappresentanze degli italiani all'estero: ''Per loro siamo una questione derubricata. Siamo cittadini a meta', dimenticati dal paese, stavolta anche nel voto''.

''I dati che arrivano dall'Italia ci confortano – aggiunge comunque Cerasani – ma sarebbe grave se si dovesse scorporare il voto dei 3,5 milioni di italiani che vivono all'estero ed escluderli per la questione della revisione della domanda sulla quale si e' votato. Va avviata una grande riflessione su come esprimere il voto, un diritto sul quale non si puo' tornare indietro''.

Gli italiani all'estero attualmente votano per posta. Un sistema che, secondo Cerasani, da tempo suscita ''timori'' sulla sua effettiva segretezza e liberta'.

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