Referendum, ministeri e riforma elettorale: accordo Bossi-Berlusconi

Pubblicato il 24 Maggio 2011 - 17:34 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi (Foto Lapresse)

ROMA – La Lega s’è desta e il risveglio potrebbe essere amaro per Berlusconi. Potrebbe perchè poi c’è stato l’accordo. Qualche segnale qua e là per capire l’umore del Carroccio. Prima la grana dei ministeri al Nord, che altro non ha fatto se non scompaginare tutto il centrodestra. Poi i quesiti del referendum, che all’improvviso diventano “attraenti” per Bossi (“quello sull’acqua, per esempio”). Ora, ecco che le ultime indiscrezioni parlano di contatti informali con l’opposizione per una riforma della legge elettorale.

Ancora timidi contatti, in attesa di capire come andranno a finire i ballottaggi ma a quanto pare (e la notizia è filtrata all’Ansa da ambienti parlamentari, quindi tanto segreta non è) la Lega ha sondato l’opposizione per capire se c’è una disponibilità a riformare la legge elettorale in senso proporzionale, ritirando fuori dal cassetto i modelli tedeschi e spagnoli già al centro del confronto politico al tempo del governo Prodi. Il Carroccio sarebbe quindi intenzionato a riprendere in mano un dossier, quello della riforma del Porcellum, finito di fatto nelle nebbie del Senato e ad aprire ad un confronto con le opposizioni. Confronto sul quale hanno aperto il vicepresidente vicario di Fli Carmelo Briguglio e l’Udc mentre Massimo D’Alema, parlando oggi con i giornalisti in Transatlantico, ha definito ”necessaria” una riforma della legge elettorale pur non sapendo ”se ci sono le condizioni”.

E le condizioni, se il gossip parlamentare ha fondamento, ci sarebbero: Bossi ha sempre avuto il pallino per il proporzionale alla tedesca, cosa che lo accomuna a D’Alema e lo imparenta al terzo polo, che chiede una riforma da tempo. Questo modello elettorale prevede un proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. Anche il Porcellum di Calderoli è un proporzionale ma prevede un obbligo di coalizione. Quello tedesco, no. Quindi? Quindi è un “tutti sciolti”, alleanze chiare magari, ma con vincolo leggero. E questo è un messaggio forte e chiaro per Berlusconi.