Referendum nucleare a rischio, dopo il decreto omnibus

ROMA – ''Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari''. Cosi' recita un passo del decreto omnibus approvato oggi dalla camera, e domani lo dovrebbe essere definitivamente al senato, con cui si blocca tutta l'attivita' legata alle nuove centrali nucleari, come previsto dalla legge 99 del 2009. Norma che potrebbe anche bloccare il referendum sull'energia atomica, gia' fissato, insieme ai due sull'acqua e a quello sul legittimo impedimento, per il 12 e il 13 giugno prossimo. Sara' la corte di Cassazione a dover decidere se la norma rende inutile il referendum. Nell'omnibus, peraltro, si stabilisce che tra un anno il governo potra' varare una Strategia energetica nazionale che, al momento, non escluderebbe l'opzione del nucleare. Tuttavia, rimane in piedi la struttura di quella legge in cui viene previsto, tra le altre cose, la creazione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, e la costruzione del parco tecnologico con all'interno il deposito nazionale di scorie radioattive. Peraltro, anche sul versante della gestione dell'acqua, il governo – accusano i Comitati – sta tentando ''un depotenziamento del voto'', con l'introduzione nel decreto Sviluppo della norma sull'Authority per l'acqua, ''per indurre meno gente ad andare a votare ed evitare il raggiungimento del quorum''. Ma su questo fronte e' da registrare la presa di posizione del ministro per le riforme, e leader della Lega, Umberto Bossi, il quale lo ha definito ''attraente''. Il via libero della Consulta ai quesiti era arrivato a febbraio: dei tre proposti sull'acqua dal Forum 'acqua bene comune' soltanto due ebbero il via libera (dopo il placet della Cassazione alle oltre 1,4 milioni di firme raccolte); l'Italia dei valori ottenne l'ok sul quesito riguardante il nucleare e su quello relativo al legittimo impedimento (oltre 600.000 firme). Con il primo quesito sull'acqua viene chiesto ai cittadini di esprimersi sull'introduzione dei privati nella gestione del servizio (fino al 40% per l'affidamento), il secondo e' invece incentrato sulla composizione delle tariffe e tocca l'abrogazione della remunerazione del capitale investito (con effetti sugli investimenti nelle opere). Nel quesito sul ritorno alla produzione di energia nucleare viene invece chiesta l'eliminazione delle norme che contemplano la ''localizzazione'' e la ''realizzazione'' delle centrali sul territorio italiano. L'ultimo quesito riguarda la giustizia, e chiede ai cittadini italiani se abrogare o meno la norma sul legittimo impedimento.

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