Regionali, Formigoni accusa i radicali: “E’ una macchinazione”

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni, candidato alla presidenza della Lombardia,  in un’intervista al Giornale è tornato  a puntare il dito contro il partito radicale. «Ai radicali – ha denunciato Formigoni – sono state consegnate le nostre liste e hanno potuto manipolarle, correggerle, spostare i documenti come volevano, perché non c’era nessuno di noi a controllarli». «Oggi ho la dimostrazione – ha aggiunto – che c’è stata una macchinazione a più soggetti per escludere in maniera fraudolenta il centrodestra dalla competizione lombarda. Lo abbiamo dimostrato in maniera inoppugnabile: hanno più volte violato la legge ai nostri danni».

«Cinquantuno certificati elettorali – ha precisato – a una prima verifica segnati come presenti, dopo la visita dei radicali non c’erano più». Il governatore ha dichiarato di pensare «a una macchinazione, ma è l’ufficio centrale regionale della Corte d’Appello, non è la magistratura ordinaria. Per questo confido nelle decisioni del Tar».  Di un intervento del governo «non abbiamo bisogno, perché abbiamo già ribaltato la situazione» ha aggiunto. «Tuttavia, se il presidente Napolitano e Berlusconi concordano un provvedimento, guarderemo con rispetto alle loro decisioni».

Formigoni si è detto infine contrario a uno slittamento del voto, ma «potrebbe essere opportuna una riapertura delle liste come accaduto nel 1995, proprio per salvare i radicali. Lo dico per Penati: noi non ne abbiamo bisogno perché siamo regolari».

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