Regionali Lazio, Carlo Picozza: umanizzare cure in ambito psichiatrico Regionali Lazio, Carlo Picozza: umanizzare cure in ambito psichiatrico

Picozza (Civica Zingaretti Presidente): “Sì alla prevenzione dell’insonnia per una spending review più sana”

Picozza (Civica Zingaretti Presidente): "Sì alla prevenzione dell'insonnia per una spending review più sana"
Carlo Picozza, capolista della Civica Zingaretti

ROMA – Sì alla prevenzione dell’insonnia e dei disturbi del sonno per una spending review più sana. A dirlo è Carlo Picozza, capolista della Civica Zingaretti Presidente alle regionali del 4 marzo nel Lazio. “Se si guarda bene alla prevenzione di queste patologie si risparmiano milioni di euro” afferma il candidato, che ha più volte manifestato in campagna elettorale il suo impegno per una sanità più umana.

Di fatto, i disturbi del sonno rappresentano non solo una grave patologia per l’individuo, ma anche un problema di salute pubblica, con rilevanti costi e conseguenze. Secondo i dati forniti dall’ASSIREM (Associazione Scientifica Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno), si stima che l’insonnia venga sperimentata occasionalmente da più della metà della popolazione, colpendo in forma grave almeno 9 milioni di italiani. Nel Lazio la percentuale regionale si aggirerebbe intorno al 15% della popolazione per quel che riguarda l’insonnia cronica, mentre al 45% per quella transitoria.

Quante ore di sonno sono necessarie per sentirci riposati? Lo abbiamo chiesto a Pierluigi Innocenti, neurologo e presidente di ASSIREM.

“In media le persone devono dormire sette/otto ore a notte, ma c’è chi ha un fabbisogno minore – spiega Innocenti –  Anche sei ore può andare bene, purché l’organismo non ne abbia una necessità maggiore. Il problema principale è che oggi spesso le sei ore di sonno non rispecchiano il nostro fabbisogno di sonno. Un po’ per i ritmi della vita moderna, un po’ per la vita sociale notturna, tendiamo a comprimere le ore dedicate al riposo. Il sonno è sostanzialmente percepito come un momento di vita persa. Basta non dormire la notte per capire che il giorno successivo ci sono delle difficoltà di concentrazione, stanchezza, disturbi della memoria”.

Quando dobbiamo iniziare a preoccuparci per le ore di sonno perse? “L’insonnia diventa patologica quando è cronica – specifica Innocenti – se si verifica almeno tre volte a settimana per un periodo di almeno tre mesi“. L’insonnia cronica può avere delle conseguenze molto serie, dai disturbi cardio-circolatori come aritmie cardiache a infarti o ictus, ma anche ipertensione, aumento dell’obesità, riduzione delle difese immunitarie. Può anche aumentare il diabete di tipo due. Ma attenzione: conta anche la qualità del sonno, che non deve essere scadente. Non è solo una questione quantitativa. Possiamo dormire 8 ore e svegliarci non soddisfatti del riposo. Viceversa, c’è chi si sente riposato anche con meno ore della media. Ognuno ha un suo fabbisogno personale, genetico. Bisogna ascoltare il proprio corpo. E’ inoltre un dato noto che le donne siano più soggette all’insonnia.

Per quel che riguarda il rapporto tra sonno e alimentazione, le ricerche degli ultimi anni hanno sempre più evidenziato come fra i due ci sia un rapporto bidirezionale:

“Il sonno regola anche il nostro metabolismo e il nostro senso di appetito – precisa Innocenti – Durante la notte viene secreto un ormone, la leptina, che ci fa sentire sazi, ma se non dormiamo viene prodotta la grelina, che ha esattamente l’effetto opposto e ci fa venire fame. Studi americani hanno chiaramente dimostrato che senza modificare né l’attività fisica né lo stile alimentare, ma solo dormendo meglio, si riesce a dimagrire”. Dunque, non c’è buona dieta senza buon sonno.

Una buona educazione al sonno deve partire dall’infanzia. Quella frase che abbiamo sentito pronunciare tante volte dai nostri genitori, ovvero ‘I bambini devono andare a letto presto’, non è solo un ammonimento, ma un’ottima abitudine per la salute dei più piccoli.

“I bambini devono dormire dalle 9 ore in su – ricorda il neurologo –  Purtroppo anche loro cominciano a essere influenzati da abitudini sociali che portano a contrarre il sonno. L’utilizzo di apparecchi elettronici oltre che attivare il cervello riduce la produzione di melatonina. Spesso i genitori non hanno la consapevolezza perché non c’è una cultura di massa sull’argomento. Lo scarso sonno nei bambini non crea solo problemi di attenzione o scarso rendimento scolastico, ma può renderli anche socialmente irrequieti”.

L’associazione no profit Assirem è nata proprio con l’obiettivo di promuove la ricerca sulle patologie dei disturbi del sonno, puntando sulla prevenzione, la cura e la divulgazione di una corretta cultura del sonno. Un punto di riferimento per chiunque voglia informarsi o essere parte di una rivoluzione culturale che focalizzi l’attenzione su un aspetto della nostra esistenza fondamentale per la qualità della vita e della salute.

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