Regionali: in Liguria la hostess Maruska a sinistra e un ex vigile a destra tutti nel listino doc

Maruska Piredda

Carina lo è di sicuro. Chissà quanti passeggeri Alitalia degli ultimi anni hanno sognato un’avventura con lei mentre si sporgeva a chiedere cosa desideravano bere di snack (dolce o salato?) durante uno dei tanti voli su cui ha lavorato. Celebre anche, dopo quella grande foto di esultanza con le braccia al cielo ( absit iniuria verbis) alla notizia del fallimento Alitalia, lei pasionaria delle hostess in lotta contro la ex compagnia di bandiera. Era finita su tutti i giornali con il sorriso a trentadue denti, la divisa perfetta con la giacca verde, la camicetta in ordine e il ciuffo appena scomposto nell’esultanza.

Ora Maruska Piredda, 33 anni, ex precaria Alitalia, una figlia di 11 anni, di Treviso, finisce non più sulle foto della maxi vertenza Alitalia ma sui manifesti elettorali delle prossime elezioni regionali liguri. Il leader del suo partito, non più Silvio Berlusconi, quella è roba di un anno fa, ma Antonio Di Pietro, è riuscito a piazzarla nel listino del presidente di ben due regioni del Nord, in Lombardia e in Liguria. Chi finisce nel listino non ha neppure bisogno di fare campagna elettorale: se il “suo” presidente viene eletto, la promozione a consigliere regionale scatta automaticamente. Ogni candidato presidente può indicare otto nomi nel suo listino che viene in genere distillato con gli alambicchi della politica più spartitoria e clientelare che si possa immaginare: roba che, in paragone, lo storico manuale Cencelli della vecchia Prima Repubblica era un trattato da educande.

La nostra bella Maruska ha poche possibile di diventare consigliere regionale in Lombardia, dove Penati ha vita dura contro il “celeste” Roberto Formigoni, ma in Liguria, dove Claudio Burlando è in testa per il centro sinistra, rispetto a Sandro Biasotti, concorrente del centrodestra, la chance di successo della ex hostess è molto più forte.

E sono altrettanto fondate le polemiche e le reazioni alla sua investitura, che hanno incendiato tutto il parterre della politica ligure di centro sinistra. Ma come, Burlando subisce il diktat di Di Pietro e accetta un’altra candidata paracadutata da fuori, tra l’altro una ex berlusconiana, già trombata un anno fa alle Elezioni Europee, poi esclusa niente meno che dalle selezioni per il Grande Fratello? Il Pd, che sta lì con il bilancino in mano per stabilire chi entra nella lista dei “magnifici otto”, lascia passare la ex hostess che a tutti i costi Di Pietro vuole promuovere da qualche parte, in Europa, in tv o dove diavolo altro si può immaginare? La polemica sta divorando non solo la coalizione di centro sinistra, ma infuria sopratutto tra le candidate Idv che, sparse nelle liste regionali, davano la caccia all’ambita poltrona regionale ( 9 mila euro netti al mese, più gettoni di presenze, più vari rimborsi, figuriamoci per una consigliera che può mettere a piè di lista la trasferta da Treviso).

E poi che ci azzecca una veneta, traslocata per lavoro a Roma, con i problemi della Liguria?

Il caso Maruska non è il solo ad agitare le acque in una delle tre regioni considerate in bilico da un punto di vista elettorale. La stessa Idv ligure è lacerata, Maruska a parte, dalle polemiche per i diktat che i suoi leader locali stanno cercando di far valere nelle trattative con lo sventurato Claudio Burlando. Il deputato Gianni Paladini, ex poliziotto e sindacalista della Ps ed ex esponente della Margherita, passato a Di Pietro nell’ ultima tornata politica, ha imposto tra i candidati la giovane e avvenente Marilyn Fusco, da tre anni consigliere comunale, ex segretaria in Regione e sentimentalmente legata a…. La Fusco sta conducendo una campagna elettorale di fuoco e nelle trattative segrete sembra che sia già destinata a un assessorato.

Tutto ciò, ovviamente, prima dell’arrivo di Maruska, che certamente farà valere il suo peso( e i suoi pigmalioni politici). A meno che la disfida tra le due non si svolga su una passerella di un concorso di bellezza…..Burlando, contornato da tanto fervore femminile, praticamente subito per imposizioni dipietriste tra liste e listini, ci ha messo anche del suo, piazzando nella sua lista personale anche un’altra signora, un po’ più attempata di Maruska e Marilyn, ma non meno agguerrita: la famosa Susy De Martini, già conosciuta come madame G8, perchè ai tempi del vertice genovese nel 2001 era la donna di fiducia dell’organizzazione di accoglienza del superevento, in quanto molto vicina politicamente all’ex ministro degli Esteri Dini e alla sua corrente politica.

Dopo cento giravolte ed anche un annuncio per una candidatura a presidente in queste elezioni, la De Martini, alla fine, si è piazzata a Sinistra e porterà acqua al presidente uscente Burlando,  il quale sta spaziando non solo in tutto il territorio della Liguria, ma in ogni angolo del labirinto politico per accaparrare consensi: ha candidato ex sindaci di destra a Levante, come lo scatenato rapallino Capurro, opinion leader quasi no global nei quartieri periferici di Genova dove ha scelto la candidatura di un farmacista extranoto, Luca Besana e non ha disdegnato lo zoccolo duro degli ex Pci, Pds, Ds nei quartieri operai genovesi, dove ha sfoderato Gianni Crivello, ex presidente del Municipio di Bolzaneto.

A tanto fervore e a tante polemiche nel centrosinsitra in Liguria non si possono non contrapporre le piroette del suo concorrente, Sandro Biasotti, criticatissimo per avere piazzato nel suo listino non una hostess o una soubrette di grido, ma niente meno che la sua ex guardia del corpo, un ex vigile del Corpo Municipale genovese, Sergio Dotta, che ne era diventato l’ombra durante i cinque anni di governatorato tra il 2000 e il 2005. Il Pdl si è squassato intorno a questa scelta, considerate le attese  e le divisioni in attesa di una scelta per posizioni così privilegiate.  Insomma le scelte lettorali genovesi per le regionali stanno provocado un bel viavai tra incroci di traffico e possibili concorsi di bellezza. Ma la politica?

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