Regionali Puglia, pm Nicastro capolista Idv. Fitto protesta, toghe perplesse

Lorenzo Nicastro

Il capolista dell’Italia dei Valori in vista delle regionali pugliesi è un magistrato, ma la notizia è stata accolta con difffenza da avversari politici e dagli stessi giudici. È stato proprio Di Pietro ad annunciare la candidatura del pm Lorenzo Nicastro nelle fila del suo partito.

Il nome di Nicastro ha una forte carica simbolica da un punto di vista politico, visto che è stato uno dei magistrati che si è occupato delle inchieste sull’ex governatore Raffaele Fitto. Ed è stato proprio il ministro per gli Affari Regionali il primo esponente del centrodestra a criticare la scelta dell’Idv.

Fitto ha parlato apertamente di «vergogna», visto che secondo lui «il sospetto di un uso direttamente politico dell’azione giudiziaria divenga oggi assoluta certezza». Secondo Fitto si tratta di «una barbara commistione tra politica e giustizia». Una situazione che l’ex presidente della Regione ha definito «abnorme e scandalosa».

Oltre agli esponenti del Pdl, anche i rappresentanti del mondo giudiziario non vedono di buon occhio la candidatura di Nicastro, specie alla luce dei suo “illustri precedenti” con il mondo politico pugliese.

«Il diritto all’elettorato passivo non può essere negato ai magistrati – ha sottolineato il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara – Tuttavia non sono opportune candidature nei luoghi in cui il magistrato ha esercitato la giurisdizione o è stato titolare di delicate indagini».

«Deve, inoltre, costituire serio momento di riflessione all’interno della magistratura – aggiunge il leader del sindacato delle toghe – il rientro in servizio del magistrato che ha svolto un mandato elettorale; tema sul quale l’Anm intende impegnarsi anche attraverso la revisione del proprio codice deontologico».

Intanto, se Nicastro ha già ottenuto il primo via libera dalla Quarta Commissione del Csm all’aspettativa per potersi candidare alle elezioni regionali, dopodomani sul suo caso si esprimerà il plenum di Palazzo dei Marescialli. Ma anche l’assemblea dovrebbe dare il suo semaforo verde, visto che – spiegano al Csm – la concessione dell’aspettativa ai magistrati per partecipare alle competizioni elettorali costituisce un atto dovuto.

Nicastro non è il solo magistrato a scendere in campo alle regionali: in Campania correrà anche Antonio Greco, ex presidente del tribunale di Torre Annunziata, con il Pd.

Sia che ce la faccia ad essere eletto sia nell’ipotesi contraria, finita l’aspettativa o al termine del mandato elettorale, Nicastro non potrà comunque più esercitare le funzioni giudiziarie nemmeno nel distretto di Lecce, né nello stesso arco di tempo fare il pubblico ministero.

Il tutto per effetto di una circolare approvata cinque anni fa dal Csm, sull’onda delle polemiche allora scatenate dalla candidatura di Felice Casson a sindaco di Venezia. Un giro di vite che ha stabilito che i magistrati che si candidano alle elezioni politiche, amministrative ed europee, non possono a fine mandato tornare ad indossare la toga nel distretto di provenienza per almeno cinque anni; né svolgere funzioni di pubblico ministero, gip o gup, ma solo far parte di collegi giudicanti.

Stessa sorte per i non eletti, che dunque alla fine dell’aspettativa non possono tornare nel distretto giudiziario da cui provengono.

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