Sicilia e la “sindrome greca”: partiti sotto il 20%, addio governabilità

Pubblicato il 30 Ottobre 2012 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quindici Beppe Grillo, 13 il Pd subito dietro. Poco meno (12,9) il Pdl. L’Udc al 10 abbondante. L’Mpa resiste al 9,5. Suderanno parecchio in Sicilia per costruire un’alleanza degna di questo nome. Perché nel day after elettorale una lezione, il voto siciliano, l’ha data forte e chiara: insieme all’astensionismo esorbitante (53%) il quadro è quello di una frammentazione pericolosa. “Sindrome greca” l’ha ribattezzata Francesco Verderami del Corriere della Sera. Tanti partiti, tutti sotto il 20%. Quindi nessuna maggioranza, o comunque una maggioranza zoppicante, e conseguente ingovernabilità.

In Grecia per questo motivo sono caduti due governi nell’arco di pochi mesi. La Sicilia lascia presagire che la sindrome ellenica potrebbe arrivare a Roma dopo aver toccato Palermo. Lo anticipano gli ultimi sondaggi. Ecco i numeri riassunti dal Corriere della Sera che oltre al Pd arrivato a quota 30% passa in rassegna il peso delle altre forze:

Con il Pdl al 17%, l’Udc sotto la soglia del 7% e Sel intorno al 5%, restano le forze non coalizzate come la Lega (vicina al 6%), l’Idv (appena sopra il 4%), e soprattutto M5S, considerata ormai la seconda forza su scala nazionale, vicina al 18%.

Determinante, per comporre un parlamento nazionale un minimo incisivo, è la legge elettorale. Che, nonostante l’ultimo appello del presidente del Senato Schifani, è lontana dall’approvazione. Il Pd vorrebbe mantenere il sistema bipolare, come spiega Franceschini che spera “non vada gettata l’unica cosa positiva realizzata in venti anni di conflitto: abbiamo conquistato un sistema bipolare, perché dovremmo disfarcene?”.

Diversa la soluzione dell’Udc. “Con una frammentazione così accentuata – dice il segretario Cesa – una nuova legge elettorale va fatta, e va fatta in fretta. Se non lo facessimo, ci ritroveremmo con i grillini al 20% e un Parlamento ingovernabile”. Ovvero: il partito di Bersani non può pensare di governare grazie a un enorme premio di maggioranza. L’unica soluzione sono le larghe intese, e quindi tutti dentro tranne Grillo e Lega. Non a caso dall’Udc sottolineano come Sel e Idv, fino a oggi alleati “naturali” del Pd, in Sicilia non hanno ottenuto nemmeno il 5%, ovvero la soglia di sbarramento. Resta il Pdl: consensi al minimo storico, spaccature interne, primarie a dicembre dall’esito indecifrabile. La “sindrome greca”, forse, è già in corso.