Regione Lazio: cene da 8mila€ e circolo del rugby. 4 politici a rischio processo

Regione Lazio: cene da 8mila€ e circolo del rugby. 4 politici a rischio processo
Regione Lazio: cene da 8mila€ e circolo del rugby. 4 politici a rischio processo

ROMA – Cene elettorali nei migliori ristoranti del Lazio con conto finale di 8 mila euro. E ancora: pernottamenti in alberghi, catering, vini e cesti di Natale, cellulari, convegni per pochi intimi costati 10 mila euro per un giorno, e poi manifesti, brochure e decine di servizi televisivi. Non ci sono solo Er Batman di Anagni, Franco Fiorito, e le feste di De Romanis con i consiglieri travestiti da maiali, nelle carte dell’inchiesta sulle spese pazze alla Regione Lazio, ai tempi della giunta guidata da Renata Polverini. 

A scorrere la lista delle spese della Pisana, le sorprese non finiscono mai. Si scopre così che Stefano Galetto, del Pdl, è riuscito a finanziare il suo circolo del rugby, mentre Lidia Nobili rendicontava con false fatture gli acquisti, le cene e tutti gli eventi mondani organizzati a Rieti, sua città natale. In mezzo, iscritti al registro degli indagati della Procura di Rieti, ci sono anche i nomi di alcuni esponenti del Pd. Come quello di Esterino Montino, ex capogruppo alla Pisana e ora sindaco di Fiumicino, e di Enzo Foschi, capo della segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino.

C’è tutto questo e probabilmente molto altro ancora nell’avviso di conclusione indagine che i magistrati di Roma hanno notificato agli indagati. Gli investigatori, al termine di una complicata analisi documentale, hanno spulciato i rendiconti ipotizzando, per quattro politici e 10 imprenditori, i reati di peculato, falso e finanziamento illecito.

Le indagini, avviate anche prendendo spunto da alcune inchieste giornalistiche e da un blog di un avvocato reatino, si sarebbero concentrate non solo sulle fatture saldate dal gruppo democratico nel 2011, ma anche sull’intero ammontare rendicontato nella passata legislatura.

A firmare i rendiconti, finiti dopo lo scandalo Fiorito all’attenzione della magistratura, erano il tesoriere oggi ex consigliere regionale del Partito democratico, Mario Perilli, e il capogruppo alla Pisana, Esterino Montino. Nella lista delle spese sospette ci sono fatture saldate ad aziende e attività commerciali del reatino, terra natale di Perilli dove in passato l’esponente democratico ha ricoperto vari incarichi politici e amministrativi.

Tutto sotto la voce “spese a fini politici”. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto Alberto Pioletti hanno deciso di concentrarsi sulle uscite più consistenti, quelle superiori ai 5 mila euro. Ecco alcuni degli esempi più eclatanti riportati dal Corriere della Sera

Lidia Nobili, che chiese il rimborso per i viaggi in Porsche tra Roma e Rieti e adesso deve giustificare «nove fatture per un totale di 139 mila euro, risultate in parte false. Si tratta di documentazione emessa dalla Lallaria srl in ragione di un’attività di intermediazione mai espletata e nella maggior parte dei casi con la causale “la Regione incontra Rieti” mentre in realtà erano eventi per pubblicizzare la sua candidatura alle comunali di Rieti».
Romolo Del Balzo avrebbe fatto addirittura meglio riuscendo a farsi erogare illecitamente quasi 40 mila euro senza neanche presentare fatture ma «generiche richieste di rimborso per spese anticipate e in realtà false perché di valore notevolmente inferiore alla documentazione contabile prodotta».

Sospetti anche i rimborsi del Pd:

Si va dalle ricevute di alberghi per ben quattro «presentazioni del libro di Reichlin» che in realtà erano state organizzate tre mesi prima ai convegni affidati a misteriosi studi fotografici e forse mai realizzati.
Ma poi ci sono le cene da 8 mila euro nei ristoranti della zona giustificate a fini elettorali, gli scontrini per le bevande da 1.200 euro, i 6 mila euro per improbabili incontri su sviluppo del territorio e musei. Sotto osservazione sono finiti i servizi in tv a pagamento, i cesti spediti per Natale, il sostegno finanziario ad alcuni quotidiani e periodici. In tutto sono quattordici le persone finite sotto inchiesta, compresi portaborse e segretari.

Alcune conferme ai sospetti degli inquirenti sarebbero arrivate negli ultimi giorni anche dagli imprenditori che in un primo momento avevano negato circostanze, poi confermate dai movimenti bancari.

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