Lazio, Fiorito in galera. Ora giù le mani dai vitalizi: Rauti, Montino…

Isabella Rauti (Foto Lapresse)

ROMA – Ora che Franco Fiorito è in galera, ora che il giudice ha motivato la decisione per la paura che fuggisse o potesse inquinare le prove, giù le mani dal vitalizio. E non parliamo solo di Franco Fiorito che tra 9 anni, a soli 50 anni, avrà diritto al sostanzioso assegno. Ma anche di tutti coloro che hanno composto un consiglio regionale, quello del Lazio, tra i più memorabili. E non certo per merito. I vitalizi erano stati aboliti a dicembre scorso, ma solo sulla carta. Perché la regola vale solo per i prossimi eletti, gli attuali possono stare tranquilli, e perché per diventare effettiva bisogna prima approvare la riforma previdenziale. Cosa che il Consiglio del Lazio difficilmente farà nei prossimi 3 mesi prima delle elezioni.

Di che si tratta? La base di calcolo è rappresentata dall’80% dell’indennità parlamentare. Nel Lazio poi, caso unico in Italia, si somma anche l’intera diaria, ovvero circa 3.500 euro. Il massimo sono 9mila euro mensili, a partire dai 55 anni. Oppure, con una minima penalizzazione, l’assegno arriva a 50. Se poi si pagano volontariamente i contributi ecco che i consiglieri si proteggono dalla sciagurata eventualità di uno scioglimento anticipato del Consiglio regionale.

E sono tanti quelli che stanno per maturare questo diritto. Tanti altri devono solo aspettare qualche anno. Renata Polverini, ad esempio, ha appena compiuto 50 anni. A Isabella Rauti, moglie del sindaco Alemanno, mancano due mesi scarsi. Bruno Astorre, Pd, ex presidente del Consiglio regionale, compie 50 anni a marzo 2013. Gianfranco Gatti, rappresentante della lista Polverini nell’ufficio di presidenza, dove si decidevano gli stanziamenti milionari, dovrà aspettare giugno 2014. Francesco Battistoni il 2017.

Poi ci sono gli over 50. Per loro via libera al vitalizio: il presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, il capogruppo Pd Esterino Montino che somma quello regionale al vitalizio da senatore. Così come fa il 53enne Francesco Storace. Il vitalizio è un loro diritto, rinunciarci un gesto simbolico ma che politicamente avrebbe senso. Una questione etica, se non addirittura di pudore.

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