Regione Lombardia, i 31 dirigenti senza bando: “fantasmi” di Formigoni

Roberto Formigoni nella caricatura che lo raffigura come Felix Baumgartner

MILANO – Regione Lombardia, 31 dirigenti assunti anche se il bando non era finito sulla Gazzetta Ufficiale: sia il Tar che il Consiglio di Stato però hanno annullato le nomine in seno alla giunta Formigoni. Ne parla Giuseppe Oddo su Il Sole 24 Ore.

Oddo racconta che i nominati (tutti ritenuti vicini a Comunione e Liberazione, il movimento cattolico del quale fa parte Roberto Formigoni) hanno anche ricoperto incarichi prestigiosi. Poi però una persona non può partecipare al concorso (se non è sulla Gazzetta Ufficiale, il bando non è pubblico) e fa ricorso. E vince il ricorso

Ecco nel dettaglio i ruoli da loro assunti: Alcuni dei vincitori assumono ruoli di comando. Marco Carabelli è nominato vice di Sanese (segretario generale della giunta), con uno stipendio da 220mila euro. Alla direzione del personale, con 185mila euro, va Michele Camisasca, nipote dell’attuale vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, Massimo Camisasca, biografo del fondatore di Cl, don Giussani. Giacomo Boscagli, figlio dell’ex assessore regionale Giulio Boscagli, cognato di Formigoni, è paracadutato all’Istituto dei tumori. E un altro ciellino, Franco Milani, è inserito nella direzione generale per la Famiglia con uno stipendio di 97mila euro.

Ecco la vicenda che ha portato a scoprire la faccenda: nel maggio 2006 un ingegnere dell’ufficio tecnico del Comune di Milano, Giuseppe Di Domenico, non cita in giudizio la Regione dinanzi al Tar sollevando il problema dell’illegittimità della gara. La mancata pubblicità del bando non gli ha permesso di presentare la domanda in tempo utile

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