La Camera non rinuncia all’arredatrice: 82mila euro l’anno

ROMA – Camera e Senato indaffarati a tagliare dove si può, gli onorevoli costretti a risparmiare sugli spostamenti in aereo, a spendere di più al ristorante, a vedersi tagliare il vitalizio. Ma all’arredatrice “ad hoc”, no, non si rinuncia. Enrico Paoli, su Libero, parla della “castina”, una piccola casta sotto traccia, invisibile ai più, che però attira soldi pubblici.

E’ il caso del consulente artistico e architettonico della Camera, compito affidato dal 2003 all’architetto Renata Cristina Mazzantini. Il primo contratto risale al 2001 (con Casini presidente della Camera), poi rinnovato sotto le presidenze Bertinotti e Fini. Ultimo rinnovo, proprio di questi giorni, fino al 2015. Un vero record per Mazzantini perché, scrive Libero, di solito alla Camera i contratti di consulenza durano circa 2 anni.

E quando guadagna l’architetta per ristrutturare l’arredo e le Sale del Parlamento? Sul sito della Camera si parla di circa 103 mila euro annui. La diretta interessata invece sostiene di ricevere ” un compenso annuale lordo di euro 82.000 + IVA, che equivalgono ad un importo netto di circa euro 42.640″.

Aldilà dei numeri, il caso dell’arredatrice è un po’ un unicum. Solitamente la Camera, per specifiche esigenze, si avvale della consulenza di alcuni esperti: fu così quando il professor Franco Borsi venne chiamato a restaurare gli interni di Montecitorio, anni fa. Il nuovo contratto alla Mazzantini non tiene nemmeno conto della manovra che sollecita a sfruttare le risorse interne. In altre parole, per il compito della Mazzantini si poteva chiedere ai tecnici dei Beni Culturali. Senza spese ulteriori.

Gestione cookie