ROMA – Alla fine è finita più o meno in parità. Renata Polverini, a meno di nuovi cambiamenti, non si dimetterà. E il Pdl “sacrifica” Francesco Battistoni evitando il salto nel buio e le elezioni anticipate nel Lazio, con davanti prospettive disastrose. Per il partito, che rischia di disintegrarsi, ma anche per il sistema politico tutto.
Le dimissioni di Polverini si allontanano nel primo pomeriggio quando l’Ansa batte la notizia delle dimissioni di Battistoni da capogruppo del Pdl alla Regione Lazio. Di per sè non basta, ma è un segnale chiaro. Cui ne seguono altri a raffica: gli inviti a tenere duro rivolti alla Polverini sia da parte di Silvio Berlusconi, sia da parte di Gianni Alemanno, sia del blocco “compatto” degli ex An del Pdl (che sembrano sognino la scissione). Arriva anche “l’appoggio esterno” di Francesco Storace.
In serata, ospite della trasmissione televisiva Piazzapulita, Polverini racconta: “Berlusconi mi ha detto ‘tu non c’entri niente con questa cosa, devi andare avanti. Non mi ha detto di non dimettermi perché altrimenti sarebbe crollato il Pdl. Era molto preoccupato, certo, perché questa è una Regione importante”.
E ancora: “Se mi dimetto? Io ho dato una scadenza domani che è di portare a casa un primo pacchetto di provvedimenti, e tutti gli atti che dovevano essere compiuti per il Consiglio di domani sono stati fatti. La giunta ha fatto quello che avevo detto. Al Consiglio c’è il blocco dei trasferimenti. Tutti quei soldi di cui parlavamo non ci sono più. Domani c’èl’ultimo atto”.
Ma Formigli incalza e rivela che al telefono con la governatrice, stamattina lei gli avrebbe confessato di voler ”essere domani in vacanza”. ”Domani – ha spiegato Polverini, sorridendo – andrò in Consiglio e sentirò cosa avranno intenzione di fare i consiglieri, e soprattutto se questa strada prosegue”.
La partita, però, non è chiusa. Perché due schegge impazzite possono ancora far saltare tutto. La prima è proprio Franco Fiorito, che in una giornata “sovraesposta” dice tutto e il contrario di tutto. I giornali dicono che nell’audizione dai pm avrebbe chiamato in causa la Polverini ma in serata lui stesso smentisce, va da Bruno Vespa e si proclama innocente, poi dal suo avvocato manda messaggi trasversali: “Arriveranno notizie clamorose”. Tradotto: butto nel fango tutti gli altri filistei Pdl.
La seconda “scheggia impazzita” è il voto sui tagli, previsto per venerdì 21 settembre. Ora e subito aveva detto Polverni durante il Consiglio di inizio settimana. Ora e subito è diventato venerdì. Mancano quindi ventiquattro ore alla verità: se questi tagli non ci saranno tutto tornerà in discussione e allora forse Polverini, governator tentenna, potrebbe tornare a parlare di dimissioni. Chissà se dalle parole questa volta passerebbe anche ai fatti.
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