ROMA – “Mi vergogno a uscire di casa, chiedo scusa a tutti, il Pdl rischia di finire come la Concordia”. Renata Polverini è decisa a non fare sconti e sullo scandalo che ha colpito il Pdl laziale ci va giù dura, parlando in Aula al Consiglio Regionale. Dice parole chiare e di condanna, come che non riesce “ad uscire di casa per la vergogna” e che ”o superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo”. Chiede scusa a tutti, cittadini, politica, familiari; dice a tutti che non si faranno sconti e che si deve ripulire tutto, però al momento non si dimette. Sembra solo minacciarlo ma mai arrivare al punto di farlo sul serio. Tutto sembrava dipendere dalla decisione del Pdl nazionale di fare quadrato, come sembra, intorno al capogruppo Francesco Battistoni. La Polverini ha infatti a più riprese minacciato l’addio se non verranno rispettate le sue condizioni (tagli drastici ai contributi e decapitazione dei vertiti regionali del partito). Battistoni però potrebbe dimettersi dall’incarico entro 48 ore e scongiurare così le dimissioni della Polverini.
Ma la Polverini è chiara, non ammette deroghe: ”Non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro – dice – Stasera, stanotte, domani, che la seduta duri quanto vogliano i consiglieri: o siamo convinti che abbiamo voltato pagina oppure da qui usciamo convinti che siamo ex rappresentanti della istituzione, io per prima. I tumori che stanno qua dentro come nella mia gola vanno estirpati, oggi. Non intendo nella maniera più assoluta mantenere questa Regione nello stress comunicativo che non permette di dire cosa faremo di buono”.
“Quello che è accaduto alla Regione Lazio – prosegue – è una catastrofe paragonabile all’alluvione di Firenze. Sono qui per dire basta. Sono qui per dire che, a prescindere dal momento storico, questo atteggiamento è considerato dai cittadini insopportabile e indecente. Il Lazio non è una regione qualsiasi ma è la regione dove c’è la Capitale, dove si è consumata la storia del nostro Paese, dove vive e lavora la classe dirigente dell’Italia. Credo che nel tentativo di spalare fango, con distinguo, ci siamo mostrati ancora più inadeguati di quanto le persone pensino. Noi dobbiamo non solo spalare fango ma fare di più. Come nel caso dell’inondazione di Firenze. Quanto è accaduto, è una catastrofe per la politica, per l’Italia e per le istituzioni. A Firenze si è spalato ma si è costruito anche un argine”.
”O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo – attacca ancora – La mia strada è questa: o va avanti o finisce. Se qualcuno pensa di usarmi per procrastinare la situazione ha capito male: o si supera o si va a casa oggi. Non accetto tentativi di rinvio, nessuno giocherà la propria partita politica personale sulla mia faccia. Non tutti abbiamo sbagliato allo stesso modo. Ma siamo disponibili a dare l’esempio. L’antipolitica siamo noi se non cambiamo. Non dobbiamo continuare a pensare che la battaglia e’ tra la giunta e il consiglio. L’istituzione è una, o c’è consapevolezza di questo, nel rispetto di maggioranza e opposizione, o non c’è n’è per nessuno”.
Le condizioni della Polverini. Taglio delle commissioni consiliari, degli assessori, delle auto blu e addio alle somme per i gruppi consiliari. Sono i punti salienti del pacchetto di tagli presentato dalla Polverini: su questa drastica spending review, presentata nel corso del suo intervento al Consiglio regionale, la presidente ha basato la prosecuzione o meno del suo mandato.
Dunque, il ‘pacchetto-Polverini’ prevede tra l’altro il ”dimezzamento delle commissioni consiliari e cancellazione delle commissioni speciali, la diminuzione dei consiglieri regionali secondo le disposizioni legislative nazionali e la conseguente riduzione degli assessori di cui non più della metà potranno essere esterni (ovviamente preservando le disposizioni di pari opportunità), il dimezzamento delle somme destinate al rapporto eletto-elettore e l’azzeramento dei contributi destinati alle attivita’ dei gruppi consiliari, la revoca definitiva dell’assegnazioni delle auto blu per cariche di natura consiliare, per quelle inerenti le commissioni e per i componenti dell’ufficio di presidenza”.
Le scuse. Quindi le scuse: “Chiedo scusa a tutti – dice la Polverini – ai cittadini del Lazio, a tutta la politica onesta, alle istituzioni, alle altre regioni, alle famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, agli operai della Fiat, ai media e alla mia famiglia. Io non mi voglio vergognare di uscire di casa. Voglio guardare la gente in faccia. Nel tritarifiuti dove qualcuno mi vuole portare non ci sto. Se non c’è alternativa ce ne andiamo tutti a casa: facciamo durare questo consiglio fino a che serve, o usciremo da qui tutti da ex”.
“Voglio chiedere scusa alla mia famiglia, trascinata in gogne mediatiche perché ho messo a disposizione il mio impegno personale per la Regione. Chiedo scusa alla mia famiglia perchè ho dovuto farmi togliere due tumori alla tiroide…. Se c’è da andare a casa ce ne andiamo subito. Purtroppo ho appreso che non può essere immediatamente (riferendosi ai passaggi burocratici in caso di dimissioni, ndr), altrimenti sarei venuta qui in ciabatte e poi me ne sarei andata al mare”.
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