ROMA – Enrico Letta rischia più per la legge di Stabilità che per il caso Cancellieri. Ne è convinto Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, ospite de L’intervista, il programma condotto da Maria Latella su SkyTg24. “A lei (alla Cancellieri, ndr) va tutta la solidarietà mia e di tutto il Pdl. Questa sarà la nostra posizione in aula martedì”.
Il governo Letta, più che su questa vicenda, “rischia per la legge di stabilità“, che a suo avviso prevede una tassazione eccessiva in particolare sulla casa. “O cambia quel documento – ha ammonito – o non ci sarà più il governo Letta”. Anzi, esagera: “Letta si è montato la testa dopo il voto del 2 ottobre”. E sottolinea: “Il governo Letta esiste solo perché ci siamo noi”.
Brunetta, sposando la causa del guardasigilli, non manca di fare riferimento al caso Ruby: “Non si possono adottare due pesi e due misure – dice – Vi sembra possibile che Berlusconi sia stato condannato a 7 anni per una telefonata alla questura di Milano?”. Poi insinua il dubbio: “Ma chi ha avuto interesse a fare uscire certe intercettazioni proprio in questo momento?”. La vicenda, che molti temono si possa trasformare in un nuovo caso Ablyazov, secondo Brunetta conviene ai malpancisti del Pd che mal sopportano le larghe intese.
Altro fronte che potrebbe far vacillare il governo poi, è quello della decadenza di Silvio Berlusconi: “Renzi e il partito di Repubblica vogliono far cadere il governo, un governo che abbiamo voluto. Oggi non possiamo accettare la decadenza di Berlusconi, un fatto che sarebbe incompatibile con la nostra presenza al governo”.
Parla anche dell’ascesa di Matteo Renzi: “L’ultimo giovane democristiano sta conquistando ciò che resta del Partito comunista – ci va giù pesante Brunetta – È una storia bellissima, a parte il fatto che non so cosa possano pensarne i duri e puri del partito”. Secondo il capogruppo del Pdl alla Camera «Renzi è il segno dei tempi, il segno della crisi del Pci-Pds-Ds-Pd, un partito che non si sa più cosa sia, un non partito fatto di ex: democristaiani, comunisti, socialisti e che per questo può avere a buon titolo anche uno come Renzi a segretario. Se Renzi diventerà segretario il Pd si spaccherà, ne sono sicuro”.
Basta, infine, parlare di discesa in campo di Marina Berlusconi: “Ma se ha dichiarato mille volte che non le interessa, perché questo accanimento giornalistico? Forse non avete altro da fare” si interroga. E conclude: “Le leadership si conquistano sul campo, non attraverso le fantasie dei giornalisti….Silvio Berlusconi l’ha conquistata sul campo”.
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