ROMA – Faccia a faccia di due ore tra il premier Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Alle 8.30 di giovedì il leader di Forza Italia è arrivato a Palazzo Chigi, accompagnato da Gianni Letta. Obiettivo centrato: rinsaldare il patto del Nazareno, siglato il 10 gennaio scorso, per dare un’accelerata definitiva alle riforme. Renzi ha voluto verificare la tenuta degli accordi con l’avvicinarsi delle scadenze: il ddl sulle riforme la prossima settimana dovrebbe approdare in Aula al Senato. Più tardi incontrerà anche una delegazione del Movimento 5 Stelle.
Ma a giudicare dal tono accusatorio di Beppe Grillo, si annuncia una lunga giornata di polemiche. Mentre era ancora in corso il vertice a Palazzo Chigi, il leader del Movimento 5 Stelle, scriveva su Twitter: “Renzi incontra il noto pregiudicato”. Vecchio refrain ripetuto ad ogni occasione di dialogo col leader di Forza Italia.
“Il presidente del Consiglio Renzi nonostante i ripetuti solleciti della delegazione del M5S non ha ancora fatto sapere quando li incontrerà per discutere della legge elettorale. Nel frattempo stamattina sta incontrando a Palazzo Chigi il Noto Pregiudicato, accompagnato da Gianni Letta, per discutere delle ‘riforme'”.
Il post rinvia a uno “streaming” dove però c’è solo una foto di Renzi e Berlusconi con la dicitura “Il Noto Pregiudicato non vuole lo streaming, ci scusiamo per il disagio”.
Sono state due ore piene di incontro: Berlusconi ha lasciato Palazzo Chigi intorno alle 10.30. Subito dopo il colloquio con il premier si è recato al vertice degli azzurri sul Senato. A loro riferirà del suo confronto con Renzi: tempi brevi per la riforma della legge elettorale che sarà incardinata al Senato prima dell’estate.
La riforma del Senato è già stata contrattata nei suoi punti fondamentali dal Pd con Forza Italia, ma l’intesa tra i due partiti sul tema segna ora alcune defezioni a Palazzo Madama. In Aula, se la resistenza su questo punto crescesse raccogliendo consensi tra le fila del partito di Berlusconi, il governo rischierebbe di essere battuto.
Ieri sera, ospite di Porta a Porta il premier è entrato nel dettaglio della trattativa:
“A Berlusconi non è mai piaciuto il ballottaggio ma lo ha accettato come a me non sono mai piaciuti tanti punti della legge elettorale che ho accettato”.
Condizione, quella del ballottaggio, che Renzi aveva posto anche al Movimento 5 Stelle, atteso al tavolo del confronto nelle prossime ore.
Renzi si è detto ottimista sul buon esito delle riforme:
“Gli accordi con Berlusconi e Grillo non li facciamo sul governo. Se le cose funzionano bene è merito nostro, se non funzionano è colpa mia. Berlusconi fino adesso ha rispettato tutti gli impegni e spero si possa fare anche con Grillo, le regole si scrivono insieme”.
Intanto in Commissione Affari Costituzionali si va avanti con la votazione degli emendamenti al ddl sulle riforme che la prossima settimana dovrebbe approdare in Aula al Senato. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, si è detta “ottimista”, sull’incontro Renzi-Berlusconi e pure sull’annoso tema delle immunità che, ha precisato, potrebbe essere ripreso quando le riforme approderanno in Aula.
L’ipotesi è una riscrittura sulla quale martedì sera Renzi ha invitato il M5s a collaborare. Si sta ragionando a un meccanismo che attribuisca alla Corte costituzionale la decisione sull’autorizzazione all’arresto o alle intercettazioni; altra ipotesi è quella di dare la parola definitiva alla Corte solo se l’autorizzazione è negata dalla Camera di appartenenza. Oppure affidare la scelta a un Giurì composto dai Presidenti emeriti della Consulta.
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