Renzi contro Grillo: “Grazie a noi torna in tour”. “Non lascio Roma a ladri”

Renzi contro Grillo: "Grazie a noi torna in tour". "Non lascio Roma a ladri"
Matteo Renzi alla convention dei Giovani Democratici

ROMA – Beppe Grillo è tornato in tournée “grazie a noi”. Così il premier Matteo Renzi è tornato all’attacco del leader M5s, cogliendo al balzo la notizia di un suo imminente tour mondiale che porterà Grillo sui palchi di New York, Londra e Bruxelles. E sull’inchiesta che ha travolto la Capitale, annuncia grandi purghe: “Non lascio Roma in mano ai ladri”.

Parlando all’assemblea dei giovani di dem #factory356 Renzi non si è lasciato sfuggire l’occasione per una stilettata al suo rivale pentastellato:

“E questo è un bene per lo spettacolo. Ora dicono che nei M5S uno non vale più uno. Ma io non penso che uno vale uno: ciascuno conta come gli altri, ma se ciascuno di voi si mette in gioco vale molto di più”.

E ancora:

Con il 41% del Pd alle europee abbiamo messo la parola fine al rischio della demagogia e del populismo di Grillo”.

Mentre sull’inchiesta Mafia Capitale tiene il pugno duro:

“Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all’amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura ma noi non lasceremo Roma in mano ai ladri. E al tempo stesso – aggiunge Renzi – non consentiremo a nessuno nel Pd di mettere in discussione ciò che siamo e quanto abbiamo fatto per l’Expo, per il Mose e le nuove regole dell’autoriciclaggio. Teniamo pulito perché Roma è troppo grande e bella per lasciarla a gentaccia là fuori”.

Per Renzi, “prendere una tangente è la cosa peggiore che un politico possa fare”. E annuncia senza mezzi termini: “Con noi quelli hanno chiuso”.

“Non mi basta lo sdegno delle prime 48 ore, bisogna fare rapidamente i processi, chi è colpevole paghi fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno perché non è possibile che in Italia non paghi nessuno. Ogni giorno chiederemo che si facciano velocemente i processi”.

Poi una lezione di liberalismo e uguaglianza “dei punti di partenza”:

“Essere di sinistra vuol dire sostenere uguaglianza e non l’egualitarismo e il merito è ragione e condizione per l’uguaglianza. La scommessa del merito non può essere considerata una parolaccia. E’ finito il paese in cui si impedisce a chi vuole di correre di più di farlo. Se non facciamo la battaglia del merito tradiremmo l’art.3 della Costituzione. Allo Stato tocca far partire tutti dallo stesso punto, sia il figlio del padrone, come dice qualcuno, che dell’operaio”.

 

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