Renzi: “Destra e sinistra sconfitte, e ora si riorganizzano”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2015 - 08:01 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (foto Ana)

Matteo Renzi (foto Ana)

ROMA – “Destra e sinistra – dice il premier Matteo Renzi in un colloquio con Federico Geremicca della Stampa – hanno passato l’ultimo anno ad assaltare il governo con ogni tono e ogni mezzo. Non ce l’hanno fatta: e dunque oggi indietreggiano, serrano le file e si riorganizzano”.

Dunque: una “cosa rossa” che nasce a sinistra del Pd ed una “cosa verde-tricolore” che sembra poter cambiare i connotati del centrodestra. Quanto teme queste novità Matteo Renzi? “Mettiamo le cose nel loro ordine, intanto, per capire con che cosa abbiamo a che fare. Di fronte c’è, prima di tutto, una pesante sconfitta di Salvini. Mesi fa, a Ponte di Legno, lanciò il blocca Italia: il 6, il 7 e l’8 novembre – disse – bloccheremo il Paese contro il governo. Sto monitorando quel che accade in giro per l’Italia, e l’unico blocco di cui mi dicono – onestamente – è quello intorno alla scaletta degli interventi dal palco di Bologna… L’iniziativa di Salvini è fallita. Ed è fallita perché la parola d’ordine era sbagliata: questo Paese non va bloccato, ma spinto avanti e rilanciato”.

“Stanno tentando di risistemarsi in qualche modo – spiega Renzi – ma l’Italia moderata non seguirà Berlusconi, se l’approdo dovesse essere la subordinazione a quelli del Carroccio. Credo che il leader di Forza Italia stia cercando di capire quanto vale e quanto pesa nel confronto con Salvini: da quella parte è tutta una gara di equilibri e mosse per registrare chi è il più forte. Ma vedrete che Berlusconi capirà in fretta di aver preso una strada lungo la quale il suo elettorato non lo seguirà”.

Salvini: “Con la sua linea xenofoba e a tratti violenta – aggiunge – è come se autoimponesse un tetto ai possibili consensi. La sua dimensione è tra il 10 e il 12 per cento, non è mai andata oltre e difficilmente ci andrà…”.

Sinistra italiana: “Intanto auguri: non li considero nemici del popolo – spiega il premier – come io non vorrei esser considerato un attentatore della democrazia. Sono dei nuovi competitor – dice Renzi – quindi li rispetto e non li prendo sottogamba. Detto questo, è evidente che anche la loro iniziativa è il prodotto di una sconfitta, e che quel che accade è una riedizione di quanto già avvenuto in passato a sinistra, con Bertinotti prima e con Vendola poi… Certa sinistra ha passato un anno ventre a terra contro di me e contro il governo: non c’era piazza dove la Fiom non mi aspettasse per chiedere lavoro, in Parlamento hanno fatto aventini e votato contro ogni nostro provvedimento, sono stato accusato di attentare alla democrazia – e secondo alcuni ci sono stati più attentati che giorni di pioggia… – e hanno messo in campo uno sciopero generale come non ne facevano da anni… Quando attaccano Happy Days non lo fanno perché si sentono lontano da Fonzie, ma perché si sentono lontani dalla felicità. Senza scomodare la costituzione americana e la filosofia politica, io invece credo che la felicità sia l’orizzonte politico da dare agli italiani”.

“In un video in inglese che sta preparando, Padoan, fa due conti e certifica 400 mila occupati in più – risponde Renzi -. L’Italia è il Paese che sta crescendo meglio e più in fretta degli altri: ed ha recuperato credito e rispetto non solo sul piano dei conti economici ma anche su quello internazionale. Vorrei solo che si ricordasse dov’eravamo ancora un anno fa… Ecco perché la nascita di “Sinistra italiana” è la certificazione di una sconfitta: la loro. Ed è anche la prova del fallimento del lungo assalto teso a screditare me ed a far cadere il governo. Ora facciano come credono, ma se pensano di poter intercettare magari i delusi dal Pd, credo abbiano sbagliato i conti: il contenitore di quella delusione non sono loro, ma Grillo ed i suoi cinquestelle”.

(…) È scontata, per esempio, una loro alleanza in vista delle amministrative di primavera? “Di scontato non vedo niente – avverte Renzi -. Nemmeno per quel che riguarda il voto nelle città. Lo dico perché vedo che a Torino avrebbero deciso di non sostenere la ricandidatura di Piero Fassino, forse il miglior sindaco italiano. E se cominciamo così, non capisco di che alleanza stiamo parlando…”.

Matteo Renzi chiude la chiacchierata così: “Più che alle amministrative, penso al referendum sulla riforma costituzionale. Manca giusto un anno. Sarà una battaglia dura perché avremo tutti contro, sia la destra che certa sinistra. Eppure sono convinto che ce la si possa fare. In ogni caso, è quello il mio spartiacque: se perdo, la mia corsa è finita. Ma questo è il futuro – conclude -. Per l’oggi dico: hanno tentato la spallata e hanno fallito. Siamo più forti che mai: e al referendum ci arriveremo con l’Italia fiduciosa, in crescita e finalmente di nuovo in moto…”.