Renzi diserta la Direzione Pd ma ribadisce: “Stop finanziamento ai partiti”

Pubblicato il 25 Marzo 2013 - 10:47| Aggiornato il 8 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Matteo Renzi non parteciperà alla Direzione nazionale del Pd (“Per un motivo molto semplice: è stata convocata all’ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco”), importantissimo appuntamento di partito nel pieno del tentativo, quasi disperato, da parte del segretario Pierluigi Bersani per formare un governo. Resta a Firenze il sindaco, ma non rinuncia a consigliare, suggerire, spesso in controtendenza con la linea ufficiale dei Democratici. Per esempio è tornato sulla questione cara a Beppe Grillo sui finanziamenti ai partiti e non solo: “Bisognerebbe dimezzare i parlamentari, far diventare il Senato una Camera delle autonomie, e togliere il finanziamento pubblico ai partiti”.

Ma, il piatto forte che non verrà servito in Direzione, è quella apertura al Pdl, a dire di Renzi e dei suo, inevitabile, nonostante Berlusconi, per fare un governo. La diplomazia interna lavora sodo per mantenere un profilo di unità. “Non abbiamo mai litigato” ha risposto Pier Luigi Bersani in una pausa delle consultazioni che sta svolgendo alla Camera a chi gli chiedeva se avesse fatto pace con Matteo Renzi.

In funzione anti grillina, invece, le proposte sul lavoro: “Vedo qualcuno che dice che bisognerebbe dare un sussidio a tutti quelli che non lavorano, sì, ma prima ancora bisogna dare un lavoro a chi il lavoro non ce l’ha”. Insomma, da Grillo va bene copiare la proposta perché non prendano un euro dallo Stato, non va bene parlare di salari minimi o redditi di cittadinanza.