Renzi: Io le tessere neanche le volevo contare. Ora che vogliono, che mi ritiri?

Renzi: Io le tessere neanche le volevo contare. Ora che vogliono, che mi ritiri?
Renzi: Io le tessere neanche le volevo contare. Ora che vogliono, che mi ritiri?

ROMA – Matteo Renzi dice sì allo stop del tesseramento Pd. Il segretario Guglielmo Epifani, ha accolto la richiesta di Gianni Cuperlo di fermare anticipatamente le iscrizioni al partito e Matteo Renzi accetta ma precisa: “Io le tessere neanche le volevo contare. Ora che vogliono, che mi ritiri?“. Renzi intervistato dal quotidiano la Repubblica, si sfoga: “Il paradosso è che se la prendono con me, sono stato l’unico a dire: facciamo direttamente le primarie, lasciamo dopo la partita dei congressi locali e degli iscritti. Mi ero raccomandato. Ci sono posti dove il Pd non fa il tesseramento da due anni. Volete che non succedano pasticci?”.

Dopo giorni di polemiche sui tesseramenti gonfiati, di iscritti triplicati, quintuplicati, di venti persone a discutere di politica e centocinquanta che arrivano solo al momento del voto, e degli ormai immancabili “eserciti di cammellati” in fila alle sezioni di partito, Epifani prova a tirare il Pd fuori dal caos congressuale in cui è piombato e cerca di mettere pace fra le correnti. Una manovra per evitare la fuga di elettori e rasserenare il clima. I circoli resteranno aperti ancora per il weekend, poi da lunedì si chiude prima che entri nel vivo la fase di consultazione dei circoli sulla segreteria nazionale.

Il post rottamatore accetta seccato però sottolinea: ”L’importante è che si dica forte e chiaro: l’8 dicembre possono votare tutti, tesserati e non”. La preoccupazione di Renzi è anche e soprattutto questa, che alle primarie non vadano a votare quei 3 milioni di elettori che hanno incoronato i passati leader, da Veltroni a Bersani, e ne esca fuori un segretario dimezzato.

”Sicuramente, ci sono situazioni di tesseramento gonfiato – spiega – Non ne so niente, non me ne sono mai occupato, ma alcuni sono evidenti. Sarebbe stato meglio intervenire sui singoli casi, e ce ne sono, piuttosto che sparare nel mucchio. Però non sarò io a preoccuparmi delle regole. Voglio parlare dell’Italia”.

Una nota di demerito però la manda ai “teorici delle tessere”. “Faccio notare che stavolta sono andati nei circoli 350 mila iscritti mentre nel 2009, all’ultimo congresso, furono 500 mila. Significa il 30 per cento in meno ed è un segno importante su cui forse occorre una riflessione. Bersani teorizzava il Pd solido, ma quel Pd è evaporato. Quante volte sono stati coinvolti gli iscritti? Quante volte i sindaci? Nel modello di Partito democratico che abbiamo in testa noi, quando presenteremo delle proposte sul lavoro, domanderemo, attraverso la Rete, il contributo degli imprenditori, dei lavoratori. Questa è la rivoluzione”.

E’ vero anche però che non ci si può rivolgere agli elettori, ignorando gli iscritti che sono l’anima del partito. Goffredo De Marchis lo ha fatto notare al sindaco di Firenze, che precisa: “Non è vero che non mi interessa il voto degli iscritti, ma si può dire che il meccanismo è un po’ arzigogolato?”.

Come funzioni il complesso meccanismo delle elezioni interne al partito, lo spiega lo stesso Renzi: “Da oggi fino al 17 novembre gli iscritti vengono chiamati a scegliere quale dei quattro candidati escludere dalle primarie. Uno deve uscire dalla casa”.

Lo statuto prevede, infatti, che si possano presentare alle primarie solo 3 candidati. Avendo il Pd 4 candidati iniziali, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella, il voto della convenzione che si terrà il 24 novembre, servirà a selezionarli.

“Ma così funziona il Grande fratello – osserva – mica una forza politica. Detto questo, continuo a pensare che la legittimazione di un segretario votato da milioni di persone sia superiore a quella di un leader votato da poca gente. Se vinco, il mio Pd non sarà mai un partito autoreferenziale”.

Il punto è che si vincono o si perdono i congressi anche a livelli locali su documenti politici. Se le cifre sono quelle che sventola Cuperlo, lui potrebbe risultarne il vincitore politico. Poi ci saranno le primarie per eleggere il segretario. In cui potranno votare tutti, pagando l’odiato obolo. Per molti la vittoria scontata e con molto distacco andrà a Matteo Renzi. Il che, alla luce dei presunti risultati dei “chiacchieratissimi” congressi locali, farebbe del segretario Pd annunciato, un’anatra zoppa.

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