ROMA – Alle 15,25 nell’aula di Montecitorio si vota la prima fiducia all’Italicum. Come ha detto Renzi e come è ormai evidente è un voto sul governo. Se passa Renzi raddoppia. Se non passa la fiducia, Renzi lascia. A chi dice che la fiducia è una forzatura della democrazia, Renzi risponde che la melina sarebbe antidemocratica, un ulteriore rinvio di una legge in ballo da anni. E, altro argomento del premier: questo governo ha indubbiamente legato la propria esistenza all’approvazione di questa legge, fortemente voluta dall’ex presidente Napolitano. Se il Parlamento, a voto palese, boccia la legge, allora boccia il governo, con le conseguenze del caso.
Resta da vedere se la minoranza se la sente di andare a probabili elezioni ora con il Porcellum smantellato dalla Corte Costituzionale, ossia un proporzionale secco. Stefano Fassina scommette che alla fine a votare no saranno oltre trenta deputati.
Matteo Renzi ha deciso di mettere la fiducia sul testo anche per altri motivi magari più tecnici ma non meno significativi: cadono gli emendamenti e si vota a scrutinio palese. Insomma chi vota “no” ci mette la faccia e Renzi scommette in qualche ripensamento. Il premier ha messo la fiducia nella convinzione che la minoranza democratica avrebbe tentato il colpo su un preciso emendamento a scrutinio segreto. Se la maggioranza fosse andata “sotto” allora la riforma sarebbe tornata in Senato. Altro tempo, altri emendamenti, quello che Renzi giudica una melina intollerabile.
Il calendario. Mercoledì dalle 15,25 alle 17 la votazione della fiducia sull’articolo 1. Si riprende giovedì dalle 10,40 alle 12,15 con la fiducia sull’articolo 2 e dalle 16 alle 17,30 il voto sull’articolo 4. I termini di presentazione per gli ordini del giorno scadono giovedì alle 11. Con ogni probabilità il voto finale sarà la prossima settimana.