Renzi, mercoledì incontro definitivo con Berlusconi: “Ho fatto strappo in salita”

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2014 - 23:13 OLTRE 6 MESI FA
Renzi, ho accelerato, domani ultimo incontro con Cav ++

Matteo Renzi a Porta a Porta

ROMA – E’ confermato per mercoledì alle 18 il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Domani, ha detto il premier ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta sarà l’ultimo incontro, quello definitivo sulla legge elettorale.

“Ho fatto un’accelerazione – ha ammesso Renzi – come i ciclisti ho fatto uno strappo in salita perché sulle riforme era entrata in circolazione l’idea che pur di non aver problemi si poteva far finta di niente, si buttava la palla in tribuna”.

Nessuno dei due vuole chiudere definitivamente la porta. Renzi lo ha ribadito nel salotto di Vespa,

“Il problema nel caso specifico della legge elettorale non credo sia Berlusconi ma i suoi, i Brunetta, i Fitto. Hanno fatto pace? Speriamo. Litigare fa sempre male, improvvisamente FI mostra libertà interna: tutta insieme gli ha fatto male…”.

L’ultimatum lanciato a pochi minuti dall’avvio del vertice di Forza Italia (“Il tempo dei rinvii è finito”) doveva servire proprio a questo: giocare di sponda con Berlusconi per aiutarlo a serrare i ranghi e a mettere nell’angolo le opposizioni interne, così come Renzi ha fatto con la minoranza nel Pd.

O domani nell’incontro, in bilico per tutta la giornata ma poi confermato in serata per domani alle 18, i due riusciranno a mettere sui binari il Patto del Nazareno o l’intesa sulle riforme salta. E se Berlusconi lo ha avvisato, “Niente diktat”, Matteo Renzi non si scompone:

“Le regole del gioco si fanno insieme ma non significa che se non sono d’accordo non si fanno. Io prima voglio farle e poi insieme”.

Renzi ha poi ribadito gli impegni stabiliti al vertice di maggioranza di lunedì:

“L’impegno è finire entro il 31 dicembre la legge elettorale al Senato: Adesso corrano, facciano gli straordinari, lavorino sabato e domenica. Entro l’anno” bisogna completare anche legge di stabilità e riforma del mercato del lavoro. A gennaio la riforma costituzionale”

Nell’Italicum, spiega il premier, “c’è il tema della governabilità” e quindi stop ai “partitini che danno noia” a chi vince,

“il premio di maggioranza al 15% e anziché fare le grandi ammucchiate chiamate coalizioni facciamo un meccanismo in cui chi arriva primo vince. Era l’idea di Berlusconi quando prendeva i voti ora ne prende un po’ meno non penso che abbia cambiato idea”.

Quanto alle prospettive di una soglia di sbarramento fissata al 3%:

“Noi possiamo sempre discutere di tutto ma questi sono dettagli e sui dettagli non voglio stare a perdere giornate e mesi”.

Poi, rivolgendosi alla minoranza Pd:

“Gli stessi che ora vogliono le preferenze prima volevano le liste bloccate. La storia del Pci- Pds-Ds è da sempre contro le preferenze”.

“La minoranza Pd chiede sempre ma se si chiama minoranza c’è un motivo ed è perché ha perso. Non abbiamo fatto tutto questo lavoro per far scrivere la legge di stabilità a Fassina e quella del lavoro a Damiano”.

Renzi tocca anche il tema delle detrazioni sulle donazioni ai partiti:

“E’ inaccettabile che se lei dà cento euro al Pd o FI abbia una certa detrazione, se la dà all’associazione di ricerca sul cancro abbia un minor tasso di deducibilità. Ho chiesto che ci sia almeno l’equiparazione, per un fatto di serietà, alzando la detrazione per le donazioni alle associazioni al livello di quelle dei partiti”.

In ogni caso, lo ribadisce

Si andrà a votare nel 2018. Agli italiani di andare a votare non frega niente, gli italiani vogliono sapere se cambiamo il sistema fiscale e risolviamo i loro problemi”.

Non ha chiesto a Giorgio Napolitano di restare

“per un atto di naturale rispetto. Il presidente, che vedo molto lucido, presente e consapevole delle sue prerogative, deciderà quando dimettersi. Fino all’ultimo giorno leviamoci dalla testa di pensare che è stanco. Vediamo cosa accadrà, magari ci stupirà e andrà avanti molto più di quello che si pensa”.

Sul toto-nomine non si sbilancia:

“Il ruolo del presidente della Repubblica spetta ad una persona che abbia un grandissimo senso delle istituzioni, sappia rappresentare l’ Italia nel mondo e sia capace di smussare, mediare e rappresentare tutti. Non è il capo del governo, è il garante dell’Italia”.

Il Pd eleggerà il nuovo presidente della Repubblica con FI?

“E’ prematuro per dirlo ma il metodo che va utilizzato – a memoria ha funzionato solo per Cossiga e per Ciampi – è cercare la maggioranza più ampia possibile. E’ il metodo migliore. Ma non è un tema all’ordine del giorno”.